Intercettazioni, no del Csm
"Si compromettono le indagini"
I troppo limiti alle intercettazioni rischiano di provocare “un grave pregiudizio per le attività di indagine anche in settori particolarmente sensibili”: è l'opinione della Sesta commissione del Consiglio superiore della magistratura che ha così espresso parere negativo rispetto alle proposte di riforma sull'utilizzo e la disciplina delle intercettazioni. Il parere è stato approvato con cinque voti a favore e l'astensione di un solo consigliere laico, Ugo Bergamo dell'Udc. Sull'argomento è intervenuto anche il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro secondo il quale “i criminali sceglieranno i loro giudici”. Di Pietro è certo che il “governo ha proposto una norma che garantisce ad ogni criminale di scegliersi il suo giudice”, ma non solo. “La norma – ha proseguito - è criminogena perché consente alla criminalità di impedire ai giudici di svolgere delicate indagini sul terrorismo o sulla mafia”. I rappresentanti del Partito democratico in commissione Giustizia alla Camera hanno intanto rivolto l'invito all'esecutivo di centrodestra a fare un passo indietro: “Il Pd è fortemente contrario al disegno di legge intercettazioni che giudica un provvedimento ‘ammazza indagini', che mine il sistema governativo, mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini, compromette l'esercizio del diritto di cronaca e non risolve il problema della tutela della privacy”.