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In Spagna è finita l'era Zapatero: sepolto dai Popolari

Disfatta del partito socialista alle amministrative: prende il 28,22% e perde anche il Comune di Barcellona

Rosa Sirico
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In Spagna, il voto per le regionali e le amministrative mette ko il partito Socialista del premier José Luis Zapatero e, probabilmente, segna la definitiva fine della sua parabola polituica. Non è stato ancora completato lo scrutinio delle sezioni (solo il 53%), ma i dati finora raccolto dipingono una netta sconfitta per i socialisti, il cui consenso scende al 28,22%, mentre ne guadagna il Partido Popular di Mariano Rajoy, al 36,25%. La disfatta assume proporzioni storiche a Barcellona, dove i socialisti vanno sotto e perdono la loro roccaforte: erano al governo dal 1979 senza soluzione di continuità. Zapatero addio: guarda il servizio su LiberoTv I POPOLARI - I sondaggi davano il Psoe vicino al tracollo con la perdita di grandi feudi tradizionali, come le regioni di Castiglia-La Mancia ed Estremadura, e i Comuni di Barcellona e Siviglia. Sempre secondo i sondaggi era previsto lo tsunami azzurro del Pp e un'avanzata delle formazioni regionali. GLI INDIGNADOS -  Sono quasi 35 milioni gli elettori chiamati al voto: una consultazione stritolata fra crisi economica, disoccupazione e protesta degli "indignados", i giovani accampati a Puerta del Sol a Madrid e in altre piazze del Paese, e che denunciano il sistema politico dominato dai grandi partiti e reclamano una maggiore giustizia sociale. Decine di migliaia di manifestanti hanno nuovamente invaso sabato sera e nella notte le vie e le piazze della Spagna. A Madrid, una folla immensa si è radunata sulla Puerta del Sol, dove l'accampamento di tende dei giovani indignados è di fatto diventato il cuore della contestazione.

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