Fincantieri: Romani convoca il Vertice. Caos-Genova: violenti scontri e 8 feriti

Giulio Bucchi

Il ridimensionamento di Fincantieri scatena la rivolta a Castellammare e Sestri. Lunedì l'annuncio della chiusura dei due cantieri, del forte 'taglio' a quello di Riva Trigoso (Genova) e di 2.551 esuberi complessivi: un piano industriale, quello 2010-2014, "lacrime e sangue" per far fronte alla crisi del settore navalmeccanico. I sindacati, però, sono subito scesi sul piede di guerra definendo la prospettiva "inaccettabile", chiedendo l'intervento del Governo e annunciando un pacchetto di 8 ore di sciopero da utilizzare entro il 6 giugno, data del prossimo confronto tra le parti. A Genova la situazione è trascesa: otto feriti tra i manifestanti, e un contuso tra le forze dell'ordine. Immediato l'intervento del governo. Il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha convocato, per venerdì 3 giugno, i vertici di Fincantieri e i sindacati nazionali per fare il punto sul piano di riorganizzazione industriale. Castellammare, gli operai devastano il Comune: guarda il servizio su LiberoTv FIOM: "DI ROMANI NON CI FIDIAMO" - "Vogliamo incontrare il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e non ministri finti. Finchè non riceveremo una data certa restermo qui", ha prontamente replicato Bruno Manganaro, della Fiom ligure, al termine di un primo incontro con il prefetto di genova, Francesco Musolino, e con i rappresentanti locali delle istituzioni. "Ci hanno dato tutti ragione - ha aggiunto Manganaro - dal prefetto al presidente della Regione, Claudio Burlando, al Sindaco di genova, Marta Vincenzi. Poi ci hanno fatto parlare con il ministro Romani, che ci ha detto che dovevamo fidarci e che non avrebbe chiuso niente. Noi invece - ha continuato - non ci spossiamo fidare. Vogliamo la data certa di un incontro ai massimi livelli". IMPEGNI DELL'AZIENDA - Per quel che riguarda i progetti di Fincantieri, l'azienda ha assicurato che non si tratta di "un piano prendere o lasciare", ma ai dipendenti a rischio non basta. Potrebbero infatti rimanere senza lavoro 1.400 persone. Un dramma sociale in linea con quello produttivo: a livello mondiale la domanda armatoriale, dal 2007 al 2010, ha subito un crollo del 55%. In Europa, dal 1980, la quota di mercato complessiva è crollata dal 30% al 4% e in 2 anni (2008-2010) si sono persi 50 mila posti di lavoro (circa il 30% della forza lavoro). OTTO FERITI - La situazione più tesa a Genova, dove un gruppo di operai ha trascinato davanti all'ingresso della Prefettura dei cassonetti dell'immondizia, con i quali i lavoratori hanno cercato di sfondare il cordone di polizia, sul quale sono stati lanciati lacrimogeni, petardi, pietre, bottiglie ed altri oggetti. Tre operai sono rimasti feriti dalle manganellate delle forze dell'ordine, uno in modo più grave: è stato ferito alla testa. Tra i contusi anche un agente. Successivamente gli scontri sono proseguiti, e il bilancio dei contusi è schizzato a otto persone. IN CORTEO - A Genova circa 700 dipendenti del gruppo erano partiti dal cantiere di Sestri diretti verso la Prefettura del capoluogo ligure con l'obiettivo di chiedere un incontro al governo. "Fincantieri - dice il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa - deve fare un passo indietro perché è inaccettabile un'operazione, come quella che ci è stata presentata ieri dall'azienda, che prevede un drastico ridimensionamento di una eccellenza industriale nel mondo quale è la cantieristica italiana". Apa denuncia la mancanza di "prospettiva di rilancio del gruppo" nel progetto di Fincantieri. "Non chiuderete il cantiere" è lo striscione che apre il corteo dei circa 500 lavoratori. COMUNE E STRADE OCCUPATI - Oggi, martedì, oltre a Genova la protesta si abbatte anche a Castellamare di Stabia e Sestri Ponente. Un centinaio di lavoratori dello stabilimento campano e dell'indotto ha trascorso la notte nel Municipio della città, occupato fin dalla tarda serata di lunedì. Nella mattinata di martedì, un gruppo di operai ha bloccato in entrambe le direzioni la strada statale Sorrentina tra Castellammare e Vico Equense. La circolazione dei veicoli è stata interrotta all'altezza di Pozzano prima che le forze dell'ordine rimuovessero il blocco. I manifestanti lunedì sera hanno provocato danni alle strutture del Municipio, fracassando vetri, rompendo mobili ed anche i banchi della sala del consiglio comunale. Il sindaco Luigi Bobbio, del vicesindaco Giuseppe Cannavale, del comandante dei vigili urbani, dei capigruppo dei partiti e di alcuni consiglieri comunali sono rimasti a lungo asserragliati nei rispettivi uffici.