L'Iran ha uranio a sufficienza per due bombe atomiche

Roma Redazione

L'Iran ha uranio a sufficienza per la costruzione di almeno due testate nucleari. Non si tratta di un'ipotesi sollevata dall'intelligence israeliana ma dall'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA). Secondo l'agenzia facente capo all'Onu, l'Iran avrebbe aumentato le proprie scorte dalle 3,6 tonnellate di febbraio alle 4,1 attuali. Da Teheran ribadiscono che lo sviluppo del programma nucleare è a "scopi pacifici" ma in occidente, soprattutto dopo le numerose dichiarazioni di Ahmadinejad che ha tuonato "Morte a Israele", sono in pochi a credergli. Dal rapporto Aiea, non ancora reso pubblico, emergerebbe anche che al momento l'Iran non sarebbe riuscito a sviluppare trattamenti dell'uranio in grado di trasformare questa materia prima in ingrediente devastante per un'arma atomica. Intanto il capo della diplomazia iraniana, Ali Akbar Salehi, a Bali per il vertice dei Paesi non allineati, ha sviato le domande sul nucleare iraniano puntando il dito contro Israele: «Mantenere forze nucleari strategiche e tattiche e continuare a modernizzarle per un loro possibile utilizzo rappresenta la più grande minaccia per l'umanità. Bisogna fare pressioni su Israele affinché «soddisfi le richieste per giungere» a un Medioriente libero dal nucleare. «Fino a quando Israele si rifiuterà di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare è impossibile creare una zona libera da armi nucleari in Medioriente, come proposto dall'Iran nel 1974». In altre parole: facciamo come ci pare. Per Ali Asghar Soltanieh, rappresentante dell'Iran presso l'Aiea, i sospetti avanzati circa un possibile uso militare del programma sono «questioni ripetute e noiose basate su accuse senza fondamento». Mentre a Teheran e Balì si nega, in Africa si rafforza l'asse tra il dittatore dello Zimbabwe, Robert Mugabe, e Ahmadinejad. Lo Zimbabwe, anch'esso membro dei Paesi non allineati, è infatti ricchissimo di uranio. E proprio negli ultimi giorni un ufficiale di alto livello del governo di Harare ha confermato i peggiori sospetti: Robert Mugabe è sul punto di chiudere un accordo con l'Iran che prevede la fornitura di 455.000 tonnellate di uranio grezzo nei prossimi cinque anni. Gli interessi dell'Iran in Africa troverebbero conferma nelle recenti aperture di 23 missioni diplomatiche negli stati africani, e di 20 stati africani che hanno aperto missioni diplomatiche a Teheran. A tenere alto il livello di guardia sugli sviluppi del nucleare iraniano ci sono probabilmente gli agenti dell'intelligence israeliana (Mossad) e di quella americana (Cia). Già nei mesi scorsi si è vociferato che un virus chiamato "struxnet" - la cui complessità ha portato i maggiori esperti di sicurezza informatica ad assegnarne la paternità a un apparato militare - si dice abbia sabotato in maniera sostanziale il programma nucleare iraniano. Gli indirizzi Ip infettati nel paese di Ahmadinejad sono stati oltre 30 mila. Un virus che secondo la compagnia di Antivirus Kaspersky sarebbe in grado di far saltare turbine, causare esplosioni negli impianti industriali e malfunzionamenti più o meno disastrosi nelle centrali energetiche dotate di macchinari sviluppati dalla tedesca Siemens. di Vito Kahlun