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L'agonia dell'Air France 447: precipitò per tre minuti e mezzo

Una lunghissima caduta a 200 km/h verso l'Oceano. Quando l'aereo incontrò la turbolenza il comandante riposava in cabina

Federica Lazzarini
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L'Air France Af 447, scomparso nell'Oceano Atlantico il 1 giugno 2009, precipitò per 3 minuti e mezzo prima di schiantarsi contro la superfice del mare. Questi i primi risultati delle perizie sulla scatola nera dell'aereo, rinvenuta la scorso mese. Dopo quasi due anni sarà possibile dare una risposta ai parenti delle 228 vittime del volo Rio de Janeiro - Parigi, fra le quali figurano anche 11 italiani. INIZIO DELLA TRAGEDIA - Secondo le informazioni estratte dalla scatola nera, il comandante dell'airbus entrò in cabina di pilotaggio un minuto e mezzo dopo che velivolo aveva iniziato la sua fatale caduta verso l'Atlantico, durata tre minuti e mezzo. Le indagini della Bea, l'agenzia investigativa sugli incidenti aerei francese, mostrano infatti che il capitano stava riposando quando l'emergenza iniziò. "Al momento in cui si svolgevano gli eventi, i due co-piloti erano al loro posto in cabina di pilotaggio, mentre il comandante riposava", dice un comunicato della Bea. Il capitano tornò nella cabina appena avvisato che l'autopilota si era disattivato, esattamente alle 2.10 e 5 secondi di notte Coordinated Universal Time, che equivale all'orario di Greenwich. DISASTRO IN 8 MINUTI - La registrazione delle scatole nere si è fermata alle 2.14 e 28 secondi, circa 8 minuti e mezzo dopo il primo avviso di uno dei co-piloti che chiedeva ai suoi colleghi di "fare attenzione" alla turbolenza a cui stavano andando incontro. Nonostante la perturbazione non fosse eccessivamente forte, l'aereo andò in stallo tre volte, mentre cercava di trovare una rotta buona passando attraverso la fitta coltre di nubi. Il rapporto tecnico non analizza i dati o le conversazioni dell'abitacolo e non assegna colpe. Non suggerisce neanche, ad esempio, se i tubi di Pitot, che misurano la velocità dell'aereo e che secondo gli investigatori hanno avuto un ruolo nell'incidente, siano i principali responsabili o se la temporanea assenza del capitano Marc Dubois abbia influito sul rapido svolgersi degli eventi. CADUTA A 200 KM/H - Finora le ricerche non hanno portato al recupero dei tubi di Pitot. Il copilota Pierre-Cedric Bonin, che aveva 32 anni, era ai comandi mentre l'aereo precipitava, sedendo a destra dell'altro co-pilota David Robert, 37 anni. I piloti dei voli a lungo raggio spesso infatti fanno turni ai comandi per mantenere l'allerta. Dubois ritornò in cabina quasi un minuto dopo che l'aereo aveva iniziato la sua discesa dagli 11.600 metri a cui si trovava. Non riprese i comandi e i suoi colleghi cercarono senza successo di ri-stabilizzare l'aereo in stallo e fermarne la caduta. L'ultima misura registrata mostra che l'aereo stava precipitando a 10.912 piedi al secondo, equivalenti a 200 chilometri all'ora. Le scatole nere sono state trovate lo scorso mese insieme con alcuni corpi nelle ultime ricerche effettuate nelle profondità oceaniche.

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