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Per i referendum l'Agcom impone i palinsesti Rai

Consigliere Rizzo Nervo: "Il vero pluralismo è Santoro". Garante: "Tv pubblica non idonea a informare sul voto". Ma Celentano e Michele fanno quel che vogliono

Andrea Tempestini
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Dall'Agcom arriva una nuova bordata contro il servizio pubblico. Secondo l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, la Rai si è rivelata finora "inidonea a garantire l'effettivo rispetto del regolamento della Commissione parlamentare di vigilanza", ossia la par condicio nel referendum. Questo il pesante verdetto a cui si è arrivati venerdì nella riunione della Commissione servizi e prodotti dell'Agcom. Intanto, anche nella puntata di giovedì sera, Michele Santoro e Annozero hanno potuto continuare a fare il bello e il cattivo tempo sulla televisione pubblica. Per il consigliere Rai, Nino Rizzo Nervo, però "l'autorevolezza di Michele" è fuori discussione: "Tutto si può dire di Santoro tranne di non aver adottato i principi del pluralismo". IL DIKTAT - L'Authority, "alla luce del precedente richiamo rivolto alla Rai e a seguito dell'esame della programmazione prevista dalla Concessionaria pubblica per il periodo della campagna referendaria", ha ritenuto che "essa non sia idonea a garantire l'effettivo rispetto di quanto previsto dal regolamento della Vigilanza. Così l'Agcom - dopo le sanzioni record recentemente inflitte a diversi telegiornali - ha emanato nei confronti della Rai un "ordine conformativo affinché essa provveda, da domani (sabato, ndr), alla diffusione giornaliera dei messaggi autogestiti su tutte le tre reti generaliste, assicurando, a rotazione per ciascuna giornata, la collocazione su una delle reti nella fascia di maggior ascolto (dalle 18.30 alle 22.30)". "MONITORAGGIO CONTINUO" - L'Agcom impone al servizio pubblico di "garantire una rilevante presenza degli argomenti oggetto dei referendum nei telegiornali e nelle trasmissioni informative di maggior ascolto di tutte le tre reti generaliste. In caso di inottemperanza all'ordine impartito - sottolinea l'Authority - saranno applicate le sanzioni previste". L'Agcom ha concluso annunciando un "monitoraggio continuo" della programmazone, e rivolgendo alle emittenti televisive nazionali private l'invito ad "assicurare la più ampia informazione sui referendum". E ANNOZERO? - Secondo l'Autorità garante, insomma, sulla Rai non si parla abbastanza dei referendum, nonostante gli spot e nonostante le trasmissioni a senso unico che vengono trasmesse ogni settimana. Anche nell'ultima puntata di Annozero, Michele Santoro non si è contenuto, e per la terza volta in una manciata di giorni ha fatto intervenire Adriano Celentano, che ha deliziato i telespettatori con una serie di giudizi tranchant: "Chi critica Pisapia è un cretino", sosteneva il Molleggiato, che ha poi fatto uno spottone pro-referendario, invitando tutti ad andare a votare. IN DIFESA DI SANTORO - Il premier, Silvio Berlusconi, dopo i risultati dei ballottaggi e dopo il mea culpa per la scelta di alcuni candidati e la conduzione campagna elettorale, ha puntato il dito anche contro le distorsioni dell'informazione operate da "certa stampa e da certe trasmissioni". Il primo a replicare al premier è stato lo stesso Santoro ("Berlusconi si ispira alle mie trasmissioni"), e poi è arrivato anche l'intervento del consigliere Rai in quota Pd, Nino Rizzo Nervo. "Io non ho nemmeno votato, visto che vivo a Roma - ha spiegato in un'intervista alla trasmissione KlausCondicio -. Trovo comunque sbagliato identificare in me oppure, come fa il premier, in Santoro, i responsabili della vittoria del centrosinistra alle ultime elezioni. E'un modo sbagliato di interpretare il ruolo informativo del servizio pubblico". Quindi l'appassionata difesa di Michele: "Anche in questa campagna elettorale Santoro ha lavorato da grande professionista. Inoltre, come ha osservato anche Giuseppe De Rita, più che i talk show sono i Tg a orientare il consenso elettorale. Meno che mai ciò accade con le amministrative, dove gli elettori misurano giorno per giorno l'attività dei sindaci e decidono di conseguenza. Quanto alle accuse di Berlusconi a Santoro - ha concluso - francamente mi sembra un'ossessione del premier. Tutto si può dire di Santoro, tranne di non aver adottato  principi del pluralismo".

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