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Tutte le pillole di Vasco Rossi: "Sono il migliore under-60"

Chiacchierata notturna con il rocker che spazia dal nucleare alla droga, dal Cav alla politica e alla famiglia / IANNACCI

Andrea Tempestini
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Tra pochi giorni, il gigantismo e gli incredibili effetti scenici del Vasco Live Kom 2011 saranno davanti agli occhi di tutti. Basterà attendere sabato quando, come chiusura dell'Heineken Jammin' Festival, il Blasco  movimenterà il raduno rock più importante dell'anno.  Spunterà dopo l'unico concerto italiano dei Coldplay e le esibizioni di Cesare Cremonini (giovedì), dei Negramaro e Fabri Fibra (venerdì) e di altre band di livello, come Echo and The Bunnyman. Per il rocker di Zocca si tratta di un come-back in grande stile negli stadi. Dopo la “data zero” di Ancona, una sorta di prova generale, e il primo show ufficiale all'Heineken, affronterà poi quattro show, già sold-out, a San Siro (16,17, 21 e 22 giugno) e due all'Olimpico di Roma (1 e 2 luglio). Lo vedranno, in questi sei appuntamenti, 400.000 spettatori. Nessuno come lui. Vero, Komandante? «Nel rock italiano sono il numero uno, il numero due e il numero tre. C'è bagarre sul quarto», fa lui, scherzando ma non troppo in una chiacchierata notturna con i giornalisti arrivati ad Ancona. E, velando una sottile polemica con il rivale di sempre, Luciano Ligabue, che di anni ne ha 51, sentenzia: «In realtà non c'è nessuno più grande di me sotto i 60 anni (ne ha 59 ndr)». Tra lui e Liga le scintille sotterranee continuano dopo le polemiche via Facebook. L'esplosiva prova generale di Ancona, dove fiamme alte dieci metri hanno fatto da contraltare allo show con Vasco che ha cantato su un palco verticale alto 50 metri, tra panorami da foresta pietrificata e due Ford Taunus sospese nel cielo, lascia spazio al tempo delle riflessioni. Serie, contorte, esagerate, spericolate. Ecco il Blasco-pensiero, sono frammenti fiammeggianti e iconoclasti. VASCO E IL NUCLEARE «Molti mi chiedono se domenica prossima andrò a votare per i referendum. Bah… A proposito del nucleare, però, direi sicuramente sì. Se la Francia ce l'ha, perché noi no?». VASCO E LA DROGA «Chi difende il proibizionismo della droga, protegge in realtà la mafia che la vende. Io sono per la sua liberalizzazione. A mio figlio non dico: non drogarti. Spiego cosa vuol dire drogarsi». VASCO E CAPEZZONE «Da tempo penso di fondare l'Arci-tossico. Un centro per i minimi diritti di chi si droga, visto che sono visti come peste. In realtà i tossici non fanno nulla di pericoloso, sono inermi. La fondazione dell'Arci la darei a Capezzone!». VASCO E BERLUSCONI «L'ho conosciuto un sacco di anni fa, quando era un imprenditore, poi ci siamo persi di vista. L'idea è che sia entrato in politica per interesse. Quando canto  “Delusa”, sul palco, ho cambiato il verso che racconta dell'uomo che fa muovere le ragazzine in tv: Boncompagni è diventato Berlusconi!». VASCO E LA POLITICA «Non voto, non lo faccio da anni. Nessuno interpreta la politica come vorrei io: fatta e non parlata». VASCO E LA LIBERTÀ «Non esiste. Come il casco per le moto, sei sempre inibito da qualcosa. Un esempio? Il fermo di polizia, portato da 24 a 48 ore: è assurdo. Chi è in gabbia non può neppure telefonare all'avvocato o alla mamma! Soltanto nei telefilm americani è permesso… Ma, appunto, sono telefilm». VASCO E LA FAMIGLIA «Nella vita sono una frana, in famiglia no. A casa viene prima la mia compagna Laura, sto con lei da 18 anni, l'ho cresciuta. Quindi ci sono Luca, il più piccolo dei miei tre figli, e il cane. Poi forse vengo io. In realtà se hai un figlio non sei più tu al centro dell'universo». VASCO E LA MUSICA «Le canzoni mi escono ancora di getto. Ne ho una pronta per Fiorella Mannoia, mi ha incuriosito scrivere per una donna, dopo averlo fatto per Patty Pravo e Noemi. Poi ne ho una nuova tutta per me. Si intitola “Siamo i soliti”. È la “Siamo solo noi” parte seconda». VASCO E I SOLDI «Della mia vita artistica non sono soddisfatto, sono esterrefatto. Quest'estate torno a cantare negli stadi ma non guadagno le cifre che si dicono in giro. Alla fine del tour avrò un decimo del budget, che è di 30 milioni di dollari. Un calciatore che sta in panchina, in serie A, un Recoba, guadagna di più». Chi glielo dice che Recoba non gioca da anni? di Leonardo Iannacci

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