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Battisti, libero e beffardo: "Rispetto per le vittime"

Il terrorista farà la bella vita ma tende la mano alle famiglie. La risposta dell'Italia alla sentenza: Frattini richiama a Roma l'ambasciatore

Andrea Tempestini
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"Non voglio che questi momenti siano visti come la celebrazione di un trionfo: è necessario rispettare le istituzioni e le famiglie delle vittime". A dirlo è Cesare Battisti, che da uomo libero ora passerà le sue giornate a scrivere e a frequentare l'intellighenzia brasiliana. Il terrorista rosso italiano, di cui il Tribunale di Brasilia ha negato l'estradizione, ha parlato al quotidiano Estadio de Sao Paulo e le sue parole suonano più come una beffa che come una mano tesa. La reazione dell'Italia non ha tardato ad arrivare. Come ha spiegato Silvio Berlusconi, "non possiamo fare guerra al Brasile". Così il Belpaese fa quel che può. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha deciso di richiamare temporaneamente l'Ambasciatore italiano a Brasilia per consultazione. La nota - Così Gherardo La Francesca, dopo la decisione del Tribunale Supremo Federale brasiliano, ritornerà in Italia.Lo ha reso noto la Farnesina con un comunicato. "Il richiamo - si legge nella nota del ministero degli Esteri - è stato deciso per approfondire, insieme alle altre istanze competenti, gli aspetti tecnico-giuridici relativi all'applicazione degli accordi bilaterali esistenti, in vista delle iniziative e dei ricorsi da esperire in merito nelle sedi giurisdizionali internazionali". Farà lo scrittore - Intanto, ormai libero, Cesare Battisti si è trasferito da Brasilia a San Paolo, dove intende stabilire la sua residenza e dedicarsi alla sua attività di scrittore. Il pluriomicida, uscito dal carcere di Papuda alla mezzanotte di mercoledì (quando era l'alba in Italia), ha trascorso la sua prima notte al Manhattan Plaza Hotel, a Brasilia. Poi nelle prime ore di giovedì ha preso un volo di linea Tam  ed è giunto alle 6:50 di mattina all'aeroporto di Congonhas, a San Paolo.   Iter burocratico - Battisti è uscito dal carcere senza documenti, con il solo certificato di rilascio; ma ha già presentato la richiesta al ministero del Lavoro per ottenere un visto per la sua attività di scrittore. Una decisione potrebbe essere presa il 22 giugno, quando si riunirà il Consiglio nazionale per l'emigrazione chiamato a pronunciarsi sui visti per "situazione particolari" (ma secondo la stampa brasiliana ci sono "iniziative in corso" presso il ministero della Giustizia per "accelerare i tempi"). Nell'attesa, può utilizzare come documento, il protocollo di richiesta di permanenza. Una volta ottenuto il visto, Battisti potrà richiedere gli altri documenti, compreso il permesso di lavoro. Fonti vicine alla difesa di Battisti hanno fatto sapere che è probabile che l'ex militante dei Proletari armati per il comunismo si stabilisca a San Paolo, dove si trova anche la sede della casa editrice che pubblica i suoi libri, la Editora Martin Fontes. "Italia come la Corea?" - Intanto non si placano, anche in Brasile, le polemiche per la decisione della Corte Suprema di ratificare la decisione dell'allora presidente, Inacio Lula da Silva, e negare l'estradizione dell'ex terrorista. Un senatore, Pedro Taques (Pdt-Mt), ha parlato di decisione "teratologica da un punto di vista costituzionale" e ha aggiunto che "se Bin Laden fosse ancora vivo e fuggito in Brasile, qui sarebbe confortevolmente protetto". "Forse che l'Italia è come la Corea del Nord? L'italia sarebbe Cuba? O magari è come l'Albania del passato, in cui esisteva il dispregio dei diritti fondamentali? Non credo".

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