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Fli sotto il consolato brasiliano. Peccato che non ci sia più

Tragicommedia futurista anche sul caso Battisti. Trenta finiani a Mestre per protestare, ma dal 2009 la sede è vuota

Giulio Bucchi
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La tragicommedia politica di Futuro e Libertà continua. L'ultima tappa della via Crucis futurista è Mestre, dove questa mattina, intorno alle 10, un gruppo di militanti e simpatizzanti del partito di Gianfranco Fini ha preso d'assalto con bandiere, striscioni e slogan il consolato brasiliano. Inno nazionale, coro "Brasile, Brasile, la tua condotta è vile" e il manifesto "Liberato un assassino, io non ci sto" per protestare contro la decisione del Tribunale di Brasilia di non concedere l'estradizione a Cesare Battisti, il terrorista rosso che cosè è tornato in libertà e ora potrà fare la bella vita, da intellettuale, sulle spiagge di Rio. Un'iniziativa nobile, quella di Fli, ma appunto tragicomica. Perché come sottolinea il Corriere del Veneto, la sede del consolato brasiliano non è più quella. Al civico 35 di via Piave, infatti, non è rimasto più nessuno del personale diplomatico sudamericano. Nel 2009 il console ha salutato tutti e valige in mano se n'è andato. I 30 futuristi hanno così protestato per qualche minuto sotto l'edificio, ora abitazione privata. Il nuovo proprietario, affacciatosi dal balcone, pare non abbia gradito il fracasso e "ha abbassato le persiane scuotendo la testa"."Sono amareggiato per la copertura politica di cui gode questo volgare assassino mascherato da militante ideologico - aveva esclamato, infervorato, Giorgio Conte, coordinatore regionale del Veneto e vice presidente dei deputati di Fli alla Camera - Futuro e Libertà non poteva sottrarsi alla protesta che coinvolge anche il giudizio sull'azione del Governo italiano che non ha saputo tutelare la dignità del nostro Paese". Una protesta che ha visto, mai come in questo caso, il Brasile sordo. E non per colpa sua.

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