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Siria, l'esercito entra a Jisr per riprendere controllo su città

Finesettimana al sangue. Proteste nel nordovest, Al Assad ordina di bombardare la città, poi sono entrati i carriarmati.

Rosa Sirico
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Si fa sempre più forte la tensione in Siria. Nel finesettimana, violenti scontri si sono tenuti a Jisr al-Choughour, dove l'esercito del presidente Bashir al-Assad è stato dispiegato per riprendere il controllo ella città, a nordovest della Siria. I Comitati nazionali di coordinamento, principale organizzazione siriana che organizza le proteste,  inoltre, denunciano la morte di 1.300 civili dall'inizio delle manifestazioni contro il regime  ha ingiunto ancora una volta al presidente Bashir al Assad a lasciare il potere per poter trasformare la Siria in una democrazia. Tank a Jisr al-Choughour - Testimoni hanno riferito che l'esercito ha bombardato la città, poi carri armati e altri veicoli dotati di armi pesanti sono entrati da due direzioni. Mentre le truppe avanzavano, avrebbero incontrato circa 60 soldati che si erano rifiutati di aprire il fuoco sulla folla, il cui destino ora non è noto. Inoltre, non è noto cosa sia accaduto ai circa 200 uomini disarmati che erano a guardia della città, che secondo il testimone potrebbero essere stati arrestati o uccisi. Secondo testimoni, le truppe hanno attaccato con carri armati, elicotteri e artiglieria pesante. Il regime parla di scontri con "gruppi armati", mentre fonti popolari di ammutinamenti e rastrellamenti sistematici delle autorità. Avanzando sulla città, i soldati hanno scoperto una fossa comune con i resti degli agenti uccisi in occasione dell'attacco da parte di "gruppi armati" del quartier generale della sicurezza, il 6 giugno, ha detto la televisione governativa. Il regime di Damasco sostiene di aver lanciato l'offensiva per riportare l'ordine in città dopo quel'eccidio. I corpi dei centoventi membri della sicurezza sarebbero ora in quella fossa comune. La versione del governo viene però smentita dai residenti di Jisr al-Shughour, secondo i quali i 120 membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi dai loro commilitoni per essersi rifiutati di sparare sui civili. I loro cadaveri sono stati ritrovati dall'esercito in una fossa comune, secondo la tv del regime. Impossibile qualsiasi verifica indipendente a causa della censura imposta dal governo ai media. La fuga - Più di 400 siriani sono giunti intanto nella notte tra sabato e alla frontiera con la Turchia portando a quota 5.000 i profughi presenti nei campi allestiti nel sud del territorio turco. Alla frontiera con la Siria, i rifugiati sono accolti dai gendarmi turchi e trasportati nei campi allestiti o negli ospedali. La maggior parte dei profughi è stata indirizzata verso il villaggio di tende a Yayladagi. La Croce rossa turca ha iniziato a costruire altri campi a Altinozu e Boynuyogun, rispettivamente per 4.000 e 5.000 persone, secondo la protezione civile locale. La maggior parte dei rifugiati è fuggita proprio da Jisr al-Shughur che si trova a circa 40 chilometri dalla Turchia L'Onu- I governi occidentali, da Washjington a Berlino a Roma, hanno condannato duramente la violenza e in particolare la Casa Bianca ha accusato il governo siriano di essere "responsabile di una crisi umanitaria" chiedendo di sospendere ogni intervento contro la popolazione, per consentire alla Croce Rossa internazionale "l'accesso immediato" alla parte settentrionale del Paese. Le operazioni dell'esercito siriano nel nord del Paese rendono "urgente una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per mettervi fine" ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westervelle.

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