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Amina, lesbo-blogger siriana non esiste: è un americano

Chi scrive è un uomo in vacanza: la beffa dal web. Domenica l'ultimo post di MacMaster: "Chiedo scusa. Ma fatti sono veri"

Rosa Sirico
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Ha catalizzato su di sé l'attenzione per quattro mesi raccontando le ragioni della protesta in Siria e divenendone il simbolo. Poi l'ha tenuto col fiato sospeso in seguito alla notizia del suo arresto. Per il mondo lei era Amina Araf , una giovane blogger omosessuale dalla pelle olivastra e i grandi occhi neri. Nella realtà, Amina non esiste se non in un mondo virtuale. Dietro quel blogger  c' è uno yankee, un quarantenne della Georgia forse troppo annoiato che, in vacanza con la moglie in Turchia, ha finto di essere la coraggiosa dissidente. I caratteri gentili di quel volto, invece, appartengono ad una donna inglese. E' lui stesso a rivelare la beffa, domenica, con un ultimo post intitolato "Scuse ai lettori" e firmato con la sua vera identità: Tom MacMaster. Le scuse sul blog - "Non mi aspettavo un livello di attenzione del genere – scrive McMaster che a sua discolpa spiega -: mentre il personaggio era di fantasia, i fatti raccontati su questo blog sono veri e non fuorvianti rispetto alla situazione sul campo". "Io credo di non aver danneggiato nessuno. Gli eventi vengono plasmati dalle persone che li vivono su base quotidiana. Ho solo cercato di gettare luce su di essi per un pubblico occidentale" e "in ogni caso sono rimasto profondamente toccato dalle reazioni dei lettori". La scoperta - I dubbi sull'identità della blogger erano qualche giorno fa. Di lei, non si aveva alcuna notizia, nessuno che la conoscesse o che l'avesse conosciuta. Poi, i fan di Amina hanno scoperto che le foto da lei diffuse erano false, appartenenti ad un'altra donna che vive a Edimburgo.  Si sono così ritrovati su Twitter a domandarsi chi fosse e perché avesse mentito. Il Washington Post e il sito Electronic Intifada poi hanno indagato, giungendo fino a MacMaster e alla moglie Britta Froelicher. Dapprima i due hanno negato tutto. Poi, domenica sera, poco prima della pubblicazione del post, hanno confessato. Reazioni  - Gli attivisti siriani hanno reagito molto negativamente alla notizia, accusando il blogger di aver danneggiato la loro causa, diffondendo notizie false quali quella del presunto rapimento di Amina ad opera di alcuni giovani: "Il giorno che verrò rapito dal governo, molti non se ne preoccuperanno, perchè il mio potrebbe rivelarsi un nuovo caso Amina", scrive un blogger libanese citato dalla BBC. MacMaster comprende le critiche che gli vengono rivolte, quelle di chi dice che ora per i blogger in Siria la situazione è più difficile, quella di chi lo accusa di aver dato forza alle tesi del governo di Damasco che ripete che la situazione è tranquilla e tutte le altre sono solo bugie fabbricate all'estero. Ma, incalza "la verità è che sono stato in contatto con molti all'interno della Siria ed ho seguito le cose da vicino".La cosa più importante era "fare in modo che le informazioni uscissero"

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