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Santoro ci riprova con la Rai: "Mi candido come dg"

Dopo la minacci ("Resto per un euro"), Michele alza la posta: "Io ai vertici". Poi insulta Masi: "Non distingue tv da aspirapolvere"

Andrea Tempestini
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Dopo l'annuncio, la prima retromarcia: "Pronto a restare per un euro a puntata". E già in quel frangente chi sperava che Michele Santoro abbandonasse il servizio pubblico, come aveva annunciato in pompa magna soltanto poche ore prima, aveva cominciato a comprendere che l'ipotesi sarebbe stata tutta da verificare. Ma ora il teletribuno torna alla carica con la sua ultima - enorme - sparata. "Sto pensando che voglio candidarmi a fare il direttore generale della Rai. Una candidatura con tutti i crismi, col mio curriculum". Michele, il 'competente' - "Visto che sento che Bersani e altri cominciano a pensare che vanno trovati amministratori competenti - ha proseguito - credo che troverò il modo di avanzare la mia candidatura". Più che una candidatura, una vera e propria minaccia, che Michele ha reso pubblica nel corso della presentazione della serata Signori, entra il lavoro - Tutti in piedi, con cui venerdì 17 giugno, a Bologna, si celebreranno i 110 anni della Fiom. Serata a cui Santoro ovviamente non mancherà. Gli insulti a Masi - "Quando sono costretto a sentire alla radio, ospite di Un giorno da pecora, l'ex direttore generale Masi dire che avrebbe voluto affrontarmi faccia a faccia - ha continuato nell'arringa Santoro -, lui che quando ci è accaduto di dialogare in diretta non ha saputo mettere quattro parole in fila...forse pensava di utilizzare le sue competenze di ex parà", ha sparato il teletribuno. Poi la consueta razione di insulti: "Ma quello che mi chiedo è come sia potuto diventare dg uno che non sapeva distinguere tra un televisore e un aspirapolvere. Allora mi candido io", ha ribadito il conduttore di Annozero. "La mia candidatura non ha ovviamente pretese di successo - ha spiegato -, però presenterei il mio curriculum e in questo modo vorrei vedere anche quello degli altri possibili candidati che poi qualcuno dovrà valutare". La rosa di nomi - Poi Santoro ha anche accennato a un possibile piano per la Rai nel malaugurato caso in cui divenisse dg. "Chiederei a dei conduttori o a degli autori di punta cosa intenderebbero proporre". E chi sono i conduttori di punta, secondo il teletribuno? "Lo chiederei a Celentano, o a Corrado e Sabina Guzzanti. O a Beppe Grillo. Si parte da quelli che ci sono, che sanno fare la televisione". E che ovviamente costituiscono una rosa di nomi a senso unico. Referendum sui vertici - L'aspirante dg Rai, nel corso della conferenza stampa, propone anche un referendum sull'operato dei vertici della televisione pubblica con cui valutare le decisioni dell'azienda. Secondo Michele, "nel gesto di pagare il canone c'è un elemento importante di partecipazione da parte del cittadino. Il punto è che questi abbonati Rai hanno soltanto doveri e non diritti, e invece dovrebbero avere il diritto di scegliere il loro destino di utenti televisivi. Quindi una sorta di referendum sulla Rai", per dar modo a chi paga il canone di poter effettivamente dire la propria e valutare i curricula di chi è chiamato a governare l'azienda.

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