Cav: "Governo durerà a lungo" Ma Bossi: "Nulla è scontato"

Andrea Tempestini

Il Cavaliere dirige l'orchestra in Senato, e dopo la maxi-fiducia incassata sul dl sviluppo - che ha ricevuto il definitvo via libera di Montecitorio in serata - scaccia con un gesto della mano le mosche della crisi: "Hanno provato in tutti i modi a dividerci. Ma non ci sono riusciti. E non ci riusciranno mai". Silvio Berlusconi e Umberto Bossi restano fiano a fianco, almeno così afferma il Cavaliere. Sono loro, comunque, il cuore di questo governo. L'alleanza viene ribadita dal premier, che non molla e non ha nessuna intenzione di farlo: "Avanti insieme fino al 2013, termineremo la Legislatura". E il punto cruciale delle prossime mosse è la riforma del fisco, che verrà approvata "con la manovra e il piano del Sud prima della pausa estiva: adotteremo misure per rispettare gli impegni europei. Il governo manterrà gli impegni presi con la Ue. Oggi il nostro dovere è portare a termine le riforme per agganciare la crescita". Bossi gela il Cav - In serata è stato proprio Umberto Bossi a parlare, e il Senatùr non ha scelto parole al miele come quelle fatte proprie da Berlusconi. Bossi, si sa, è brusco e impulsivo, e soprattutto negli ultimi tempi deve tenere buona la base leghista, che come ha dimostrato a Pontida non è particolarmente soddisfatta dell'alleanza con il premier. Così, ai cronisti che fuori da Montecitorio gli domandavano se alla luce di quanto avvenuto in Senato la verifica prevista per mercoledì sarà un passaggio scontato, ha replicato secco: "Niente è scontato. Vediamo. E' importante che passino le cose. Poi - ha aggiunto - l'importante è mettere le ganasce a Equitalia (qualcosa è stato fatto proprio con il dl Sviluppo, ndr). Ci sequestrano le case ed i trattori. E Berlusconi pensava di vincere le elezioni così...". Commissariamenti e capogruppo - Poi il Senatùr si lascia scappare qualche altra battuta. "Sono tutte balle quelle sui commissariamenti in Lombardia e Veneto. Non c'è nessuna richiesta", ha tagliato corto incalzato dalle domande dei giornalisti. Poi un commento sulle voci che circondano il capogruppo leghista alla Camera, Marco Reguzzoni. I deputati del Carroccio voteranno per un cambio alla guida del gruppo? "Dopo un po' di tempo vengono rieletti. Non lo so. E' passato più di un anno e dopo un anno si dovrebbero rifare le elezioni". "Mia caduta? Una sciagura" - In precedenza, sempre nel corso del suo intervento a Palazzo Madama, il presidente del Consiglio aveva sottolineato come la sua caduta "sarebbe una sciagura non per Silvio Berlusconi, ma per l’Italia per la sua solidità finanziaria, per il suo futuro. Questo lo sanno le più alte cariche del Paese, i leader di ogni schieramento, gli imprenditori e i risparmiatori e tutti i cittadini. Noi abbiamo governato bene, non esiste alcuna alternativa", ha spiegato Berlusconi in Senato in occasione della verifica chiesta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo il rimpastino che aveva coinvolto i nuovi sottosegretari. Le dichiarazioni sono state rese poco dopo il voto di fiducia a Montecitorio sul dl Sviluppo, dove il governo ha incassato il più ampio numero di consensi - 317 - dai tempi della diaspora di Gianfranco Fini. "Si è accreditato una spaccatura all'interno del governo: da una parte ci sarebbe chi vorrebbe fare una riforma del fisco in deficit e dall'altra solo il ministro dell'Economia in difesa dei conti pubblici. Questa - ha spiegato - è una rappresentazione grottesca. Siamo tutti convinti che non si può aumentare il disavanzo pubblico. La riforma fiscale non produrrà buchi di bilancio". Le locuste della speculazione - "Questo passaggio parlamentare è utile per affrontare con più incisività i problemi del Paese, è nell’interesse degli italiani che il governo completi la Legislatura per mantenere i conti in ordine e dare garanzie ai mercati -  ha continuato il Cavaliere -. Sarebbe folle rimettere tutto in discussione con una crisi al buio. Le locuste della speculazione aspettano le prossime prede per colpire". "La notizia vera - ha sottolineato - è che l'Italia continua a essere governata da chi ha vinto le elezioni nel 2008 nonostante il tentativo di realizzare l'esatto contrario". Berlusconi ha poi ricordato come "nessuno in Europa e nel mondo reclama le dimissioni del Capo del governo a fronte  di elezioni locali, l'anomali è chiedere le dimissioni: questo è un mero esercizio di propaganda ed è del tutto fuori luogo". Il premier ha poi spiegato che "non sarò premier a vita" e sempre alla guida del Pdl, ma lascerà i suoi incarichi e ruoli attuali "solo quando lascerò in eredità un grande partito di centrodestra ispirato al Ppe europeo". "Una cosa è certa - ha concluso -: le tre o quattro opposizioni in aula e nel Paese sono profondamente divise e non sono in grado di esprimere né un leader né un programma". Insomma, l'alleanza tra "Pdl e Lega con i Responsabili è l'unico assetto che può garantire governabilità e affidabilità internazionale".