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Sul fisco è bastone e carota: prima paghi, poi si controlla

La riforma prima della pausa estinva. Nel dl Sviluppo prime novità. Bene stop a ganasce fiscali. Sull'accertamento esecutivo invece...

Andrea Tempestini
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La riforma del fisco è in rampa di lancio. Il premier, Silvio Berlusconi, nel discorso di martedì a Palazzo Madama ha spiegato che "verrà approvata prima della pausa estiva". Così, in attesa della rivoluzione tributaria, nel decreto sviluppo hanno fatto capolino provvedimenti fiscali. Per ora è "bastone e carota". Il "bastone" viene brandito dall'accertamento esecutivo - mitigato, ma farà comunque storcere il naso alle imprese - mentre la "carota" è quella del divieto del ricorso alle ganasce fiscali. Accetamento esecutivo - Il provvedimento entrerà in vigore dal 1° di luglio. Le imprese hanno continuato, fino all'ultimo, a chiedere un allungamento della sospensione di 120 giorni fino alla data di pronuncia del giudice sulla sospensiva dell'atto esecutivo. Il governo, da par suo, è rimasto irremovibile sulla necessità di indicare un termine certo, e ha optato per una soluzione di relativo compromesso. Ai 120 giorni che erano previsti inizialmente ne sono stati aggiunti altri 60, per un totale di 180 giorni prima della scadenza della moratoria all'espropriazione forzata in caso di richiesta di sospensiva del contribuente contro l'accertamento. Inizialmente l'esecutivo, sempre attento all'esigenza di snellire i tempi della giustizia, aveva sostenuto la necessità di introdurre la responsabilità dei giudici tributari che non avessero dipanato i nodi fiscali in un lasso temporale pari a sei mesi. Dopo l'intervento di Giorgio Napolitano e il rischio paralisi ventilato dalle toghe, il governo ha ritirato la responsabilità dei giudici. Nel dl Sviluppo, infine, è stato mitigato l'importo da iscrivere provvisoriamente a ruolo, conseguente ad un accertamento non definitivo: viene ridotto dalla metà a un terzo. Ma imprese e contribuenti, che chiedevano l'annullamento dell'importo provvisorio, non sono soddisfatti per la decisione. Ganasce fiscali - Le parti più "gradite" dai contribuenti del dl Sviluppo, invece, sono quelle relative al pacchetto di semplificazioni tributarie. L'aspetto più rilevante è quello relativo alle cosiddette ganasce fiscali. I contribuenti, infatti, incassano il divieto del ricorso alle ganasce per importi dovuti all'Agenzia delle Entrate inferiori ai 2mila euro. Scatta inoltre il divieto per gli agenti della riscossione di pignorare la prima casa per debiti inferiori ai 20mila euro. Il pacchetto di misure varato dal governo spazza via anche ogni effetto anatocistico (gli interessi sugli interessi, ndr).

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