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Il premier si prende la Camera e i violenti gli fanno la guerra

Berlusconi al 'secondo tempo' della verifica: "Noi unica alternativa. Ora il programma". Bossi: "Vediamo". Scontri con i violenti

Andrea Tempestini
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"Il voto di fiducia di ieri sul dl Sviluppo ha dato un indicazione molto positiva. La coalizione di centrodestra ha raggiunto quota 317, ora è maggioranza assoluta alla Camera". E' un Silvio Berlusconi tenace e soddisfatto quello che ha aperto il dibattito a Montecitorio per il secondo tempo della verifica parlamentare sul governo chiesta da Giorgio Napolitano dopo l'ingresso nell'esecutivo dei nuovi sottosegreatri. Ma l'esercizio democratico non sta bene alle armate anti-Cavaliere, che radunate davanti a Montecitorio si sono abbandonate all'esercizio a loro più congeniale: quello della violenza. Le violenze - Davanti alla Camera è montata la protesta contro il governo. La lunetta che delimita l'accesso a Montecitorio era presidiato dai carabinieri in tuta antisommossa, che hanno dovuto effettuare una carica contro chi lanciava uova e ogni tipo di oggetto che capitasse a tiro, petardi, mortaretti e bombe carta comprese. Inevitabile l'intervento delle forze dell'ordine, insultate dai manifestanti con il coro "vergogna, vergonga". Al presidio, oltre ai soliti studenti, hanno preso parte i Cobas che chiedono le dimissioni del governo. In aula - Intanto, il dibattito in aula va avanti. Tempo previsto, otto ore. Ma il governo, c'è da scommetterci, durerà molto di più:  "La maggioranza c'è - taglia corto il premier -, è forte e coesa. E' l'unica in grado di garantire la governabilità del Paese in un momento così difficile. E' nostra intezione - ha proseguto il Cavaliere- completare il programma di governo arrivando alla scadenza naturale della legislatura, e i cittadini potranno giudicare il nostro operato con le elezioni politiche generali". Secondo voi, dopo la salda fiducia incassata alla Camera, quali sono le priorità sulle quali deve agire il governo? Partecipate al nostro dibattito. Avanti col fisco - Berlusconi, dopo il discorso di martedì a Montecitorio, ha ribadito di "non voler affatto restare in eterno a Palazzo Chigi", anche perché "è un grosso sacrificio", e ha ripetuto che "una crisi sarebbe una follia, una vera sciagura per il Paese". Quindi è tornato a snocciolare gli appuntameni scritti nell'agenda dell'esecutivo, che "entro l'estate" presenterà la legge delega per la riforma fiscale che verrà effettuata, come richiesto da Tremonti, "senza buchi di bilancio". Il testo prevede le tre aliquote Irpef e una semplificazione del sistema tributario. Ma Berlusconi non dimentica nemmeno gli altri cardini dell'azione di governo: "La riforma della giustizia e quella delle istituzioni", per le quali ha rivolto un invito alle opposizioni a collaborare. "Evitato il fallimento" - Il premier ha ribadito anche che l'opera dell'esecutivo ha evitato il fallimento del Paese: "Quando si guarderà a questi anni di governo con animo meno acceso e mente più serena non si potrà non riconoscere che siamo riusciti, in una condizione quasi proibitiva, a fare quello che altri Paesi non hanno avuto la capacità o la fortuna di riuscire a fare. Tutti sanno e tutti ci riconoscono che la condizione della politica economica dell'esecutivo nel corso della crisi ci ha salvato da una minaccia di default finanziario, parola che suona in italiano in modo ancor pi+ù sinistro. Significa fallimento", ha chiosato il premier. Poi una battuta sulla spesa pubblica, che "non è aumentata. Non abbiamo seguito le sirene che ci invitavano a contrastare la crisi con stimoli fiscali, cioè con maggiore spesa pubblica". Bossi ancora freddo - Alla Camera Berlusconi ha nuovamente ribadito "l'amicizia e la stima nei confronti di Umberto Bossi e della Lega Nord". I parlamentari del Carroccio hanno applaudito la frase, mentre dai banchi dell'opposizione, quando il premier ha affettuosamente toccato il braccio del Senatùr, seduto accanto a lui, si è levato l'ironico coro: "Bacio bacio". Lasciando l'aula di Montecitorio dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, però, dopo le dichiarazioni di martedì ("vedremo se questo governo andrà avanti"), Bossi si è mostrato ancora freddo. "Il discorso di Berlusconi. Bello a parole. Aspettiamo i fatti".

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