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Bin Laden, spuntano le prove di legami coi servizi pakistani

New York Times cita fonti amministrazione Usa: "I dati del cellulare del corriere provano contatto tra leader Al Qaeda e l'Isi"

Andrea Tempestini
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Ci sarebbero alcune prove che Osama Bin Laden sia riuscito a rimanere a lungo nascosto ad Abbottadad - dove è stato ucciso il 2 maggio in un raid Usa - grazie a contatti con i potenti servizi di intelligence (Isi) pakistani. Lo sostiene il New York Times, che cita fonti dell'amministrazione Usa secondo le quali i dati del cellulare del corriere fidato di Bin Laden, che gli americani hanno seguito per rintracciarlo, proverebbero un contatto tra il leader di al-Qaeda e i militanti del gruppo radicale Harakat-ul-Mujahedeen, a loro volta strettamente legati all'Isi. "Manca la pistola fumante" - Dal cellulare del corriere, su cui sono in corso indagini, sarebbero partite diverse telefonate tramite le quali sarebbe possibile risalire ad alcuni membri di Harakat-ul-Mujahedeen. Questi, a loro volta, avrebbero stabilito un contatto telefonico conesponenti dell'Isi. "E' una traccia seria, una pista sulla quale stiamo indagando", ha confermato una fonte del NY Times. Certo, ha ammesso un'altra fonte, al momento non si dispone di una “pistola fumante”, cioè di una prova inconfutabile di un ruolo dell'Isi nel garantire un rifugio a Bin Laden. Manca ad esempio la prova che il tema delle conversazioni telefoniche fosse proprio il leader di al-Qaeda e il suo nascondiglio ad Abbottabad. Harakat-ul-Mujahedeen, per inciso, è un'organizzazione presente nella lista nera  dei gruppi terroristici stilata da Washington.

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