Cav, solo una vittoria formale: Giulio trionfa nella sostanza

Andrea Tempestini

Silvio Berlusconi vince nella forma, Giulio Tremonti nella sostanza. Il 'superministro' ha inserito nella bozza della manovra una sequela di punti difficilmente digeribili da grosse fette della maggioranza e delle Lega Nord, spolverando il ticket sanitario e ipotizzando la tassazione delle rendito. Inoltre, il taglio delle tasse non lo ha concesso. In buona sostanza il divino Giulio ha cacciato in bocca al governo una maximanovra pari a 47 miliardi di euro (2 per il 2011, 5 per il 2012 e 20 rispettivamente per il 2013 e 2014), e ha costretto l'esecutivo ad ingoiarla: una vittoria su tutto il fronte. La collegialità - Tremonti così non si muove. Addio all'ipotesi dimissioni. Il motivo lo ha spiegato il ministro degli Esteri, Franco Frattini: Giulio "ha recepito la richiesta di collegialità tra i ministri nelle decisioni". Tradotto, le novità introdotte dalla manovra sono state il frutto di una riflessione comune all'interno dell'esecutivo. Peccato però che il 'pensiero condiviso' sia a senso unico, ovvero quello del ministro dell'Economia, contro il quale si sono scagliati gli insoddisfatti. In prima fila Giancarlo Galan, ministro dell'Agricoltura, che accusa Tremonti di non dire con chiarezza i numeri delle manovre e delle misure. Poi è tornato alla carica anche il sottosegretario Guido Crosetto, che ha parlato di un Tremonti niente meno che "bollito", "brasato". Giulio concede la 'trattativa' - Da anni si punta il dito contro il titolare di via Venti Settembre. "Giochi sempre con le carte coperte", questa l'accusa più in voga dei suoi detrattori. Così Giulio ha messo a punto quella che definisce una "manovra seria e responsabile", una frase con cui, più diplomaticamente, il ministro spiega che si fa tutto come vuole lui: la manovra picchierà duro, e in cambio non si potrà avere nemmeno una sforbiciata alle tasse. Ma Silvio Berlusconi si è detto "contento" per la bozza presentata martedì sera. La soddisfazione del premier deriva dal fatto che, a questo giro, Tremonti ha concesso un margine di trattativa. Questa volta non ha giocato a "carte scoperte". Le misure sono state illustrate all'intero esecutivo, e il ministro ha concesso 48 ore di tempo per evenutali correzioni (che non arriveranno). Il Cavaliere, insomma, si porta a casa la 'collegialità' (svuotata), mentre Tremonti fa cappotto: le decisioni sono sue. La vittoria (di sostanza) è sua, quella formale di Berlusconi.