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Sono svaniti i tagli alla casta... in compenso c'è il 'superbollo'

Sforbiciata ai privilegi, la strada è tortuosa. L'ipotesi di un decreto e quella di un disegno di legge. Balzello sul trading bancario

Andrea Tempestini
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Dopo la parziale delusione per la debole bozza di riforma del fisco (guarda il videoeditoriale di Maurizio Belpietro) e la sorpresa per alcuni dei punti contenuti nella manovra, un disappunto ancor più pungente potrebbe arrivare dal capitolo 'tagli alla casta'. Solo pochi giorni fa avevamo esultato per quelle poche paginette firmate da Giulio Tremonti che contenevano una serie di sforbiciate ai privilegi della politica: dalle auto blu agli aerei di Stato, tagli alle dotazioni di Camera, Senato, partiti e presidenza del Consiglio, soppressione del doppio stipendio per ministri e parlamentari e allineamento della paga dei politici alle medie europee. Dove sono finite tutte queste misure? Per ora è mistero, o quasi. In compenso si è scoperto che tra i meandri della bozza spunta un vero e proprio colpo basso: torna la tassa più odiata in Italia, il 'superbollo', che per anni ha tediato chi viaggiava in diesel prima e di chi in fuoristrada poi. Inoltre verrà introdotta la tassazione sulle operazioni di trading bancario e quella sulla Borsa. Appello di Napolitano - L'approvazione della manovra da circa 47 miliardi è convocata per giovedì pomeriggio alle 15: l'obiettivo è quello di centrare il pareggio di bilancio nel 2014, come stabilito dall'Unione Europea. Sulla manovra è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Non c'è dubbio che chi prende delle decisioni oggi sulla situazione economica si prende delle responsabilità anche per domani". Il Capo dello Stato, in attesa di conoscere il contenuto preciso della manovra, si augura che "ci sia uno sforzo convergente nell'interesse del Paese" e chiede di "avere fiducia nell'Italia". Stipendi dei ministri - Nella bozza, come detto, si fatica a trovare una traccia che riveli l'intenzione di voler mantenere tutte le promesse sulla sforbiciata alla casta. La questione è molto fumosa. Libero non aveva nascosto la sua soddisfazionie, in particolare, per il taglio dei doppi stipendi di chi, oltre a essere ministro o sottosegretario, è anche parlamentare: il progetto è scomparso dal testo illustrato da Giulio Tremonti in Consiglio dei Ministri martedì. Fonti vicine alla maggioranza rivelano che il taglio delle indennità sarebbe contenuto in un decreto legge preparato dal ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, e che, pur fuori dalla bozza, il dl potrebbe entrare nelle manovra come un emendamento. C'è chi sostiene, invece, che questa del decreto legge - ipotesi ancora tutta da verificare - sia soltanto una scusa con cui minare il taglio dei privilegi. E tutto il resto? - Ma quello delle indennità e del doppio stipendio, seppur dei più significativi per un'opinione pubblica sempre più ostile nei confronti della politica, è soltanto un capitolo del vademecum presentato da Tremonti. Che fine ha fatto, per esempio, l'adeguamento degli stipendi dei politici ai livelli europei? Oppure le limitazione alle auto blu e agli aerei di Stato? Ma poi sul piatto era stata buttata anche la questione dei finanziamenti ai partiti, quella delle dotazioni di Montecitorio, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, dei partiti politici e quella dei rimborsi elettorali. Una serie di questioni che paiono finite, in blocco, nel dimenticatoio. Anche per tutte queste misure, prospettate e svanite, gira una voce secondo la quale sarebbero raccolte in un disegno di legge che proprio Giulio Tremonti avrebbe in cantiere. Superbollo amaro - La sostanza, però, è che la manovra per ora non contiene nessuna sforbiciata. Se per il capitolo relativo agli stipendi la strada del decreto legge potrebbe essere più rapida, per la soppressione di tutti gli altri privilegi quella del disegno di legge appare ancor più dilatata e tortuosa. Una manovra, dunque, che regala poche soddisfazione e anche la bruttissima sorpresa del superbollo. Viene introdotto, infatti, a partire dal 2011, "un'addizionale annuale erariale della tassa automobilistica per i veicoli di potenza superiore a 125 chilowatt". L'importo non è stato ancora quantificato. L'unica cosa certa è che in caso di mancato pagamento si applicherà una sazione pari al 30% dell'importo non versato. Ma a rendere ancor più indigesto il comma della bozza, c'è il fatto che il limite di 125 chilowatte-170 cavalli finirà per colpire molti modelli del segmento D - dalla Passat alla Mondeo, per intendersi - e alcune auto del segmento C, che comprende la Golf. Un vero e proprio salasso per tante, troppe famiglie. Tasse sul trading e imposta su borsa - Tra i meandri della manovra Tremonti, spunta anche la tassa sulle attività di trading speculativo svolte dalle banche. La misura figura tra le Disposizioni di entrata e introduce un nuovo articolo nel Testo Unico per le imposte sui redditi: "Tassazione separata del risultato complessivo netto della gestione delle attività finanziarie detenute per la negoziazione" per le banche. La maggiorazione scatterà a decorrere dal periodo di imposta in corso alla data di entrata in vigore del decreto legge. Infine, nell'ultimo aggiornamento della bozza, figura anche un'imposta di bollo pari allo 0,15% sulle transazioni finanziarie ad esclusione dei titoli di Stato. Tuttavia, secondo quanto hanno fatto trapelare fonti di governo, sarebbe ancora in dubbio se la misura confluirà nel decreto della manovra o nel ddl delega sulla riforma fiscale.

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