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D'Alema, tutti gli uomini del presidente sotto inchiesta Frisullo, Tedesco e De Santis, nomi vicini al 'baffetto'

Spuntano altri nomi nell'inchiesta che ha portato all'arresto di Pronzato: inguaiano il numero uno del Copasir

Andrea Tempestini
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Franco Pronzato, il consigliere di amministrazione dell'Enac ed ex consulente dell'allora ministro dei Trasporti Pier Luigi Bersani arrestato due giorni fa a Genova, è solo l'ultimo della lista. Sono tanti, infatti, gli uomini d'affari vicini al Partito democratico, più precisamente alla corrente riconducibile a Massimo D'Alema, finiti nel mirino della magistratura. Due settimane fa è finito in carcere, con l'accusa di bancarotta fraudolenta, l'immobiliarista emiliano Vittorio Casale, ovvero colui che ha portato il Bingo in Italia. Vicino a Giovanni Consorte, ex numero uno di Unipol, Casale era già finito al centro delle indagini nell'estate dei “furbetti del quartierino”. L'inchiesta, adesso, è della procura di Milano. A Roma, invece, di recente l'attenzione dei pubblici ministeri si è concentrata su Vincenzo Morichini, accusato di frode fiscale e false fatturazioni. Morichini, 66 anni, è noto per essere stato uno dei soci di D'Alema nella proprietà della barca a vela “Ikarus”. Assicuratore, già agente generale di Ina-Assitalia, Morichini è accusato da un imprenditore toscano, Pio Piccini, di aver chiesto finanziamenti alla fondazione dalemiana Italianieuropei e allo stesso Pd allo scopo di ottenere commesse da Finmeccanica. Le novità più scottanti per le persone vicine al presidente del Copasir, tuttavia, negli ultimi tempi sono arrivate soprattutto dalla Puglia. Il 18 marzo 2010 è finito in manette, accusato di associazione per delinquere, corruzione, abuso d'ufficio e turbativa d'asta, Sandro Frisullo, ex vicepresidente della giunta regionale pugliese presieduta da Nichi Vendola. Frisullo è un fedelissimo di D'Alema fin dagli anni '80, periodo in cui il leader lo destina alla guida del Pci-Pds in Puglia. I suoi attuali guai giudiziari nascono dall'inchiesta sulla sanità pugliese. A Frisullo, cui la procura di Bari nei giorni scorsi ha notificato l'avviso della conclusione delle indagini preliminari, l'8 aprile 2010 erano stati concessi gli arresti domiciliari. Arresti durati fino al successivo 17 luglio, giorno della scarcerazione. Sempre in Puglia, è sotto inchiesta il senatore (eletto con il Pd e poi passato al gruppo misto proprio per non danneggiare il partito) Alberto Tedesco. Indagato per associazione a delinquere e corruzione sempre nell'ambito degli appalti sanitari, Tedesco si è sempre definito un dalemiano di ferro. «Sono un dalemiano anomalo visto che provengo dal Psi», ha confidato a Panorama, «ma nel Pd è lui il mio punto di riferimento». Tedesco e D'Alema, del resto, sono stati eletti insieme, nel 1985, nel consiglio regionale pugliese. Il senatore, di cui i magistrati pugliesi hanno chiesto l'arresto, è ancora in attesa della risposta del Parlamento alle toghe: manca sia la pronuncia della giunta sia quella dell'Aula. Lo scorso aprile, intanto, il tribunale del Riesame di Bari gli ha concesso i domiciliari. Dalle carte pugliesi esce pure il nome dei fratelli Roberto e Massimo De Santis, imprenditori. Il primo, in particolare, è stato l'altro socio di D'Alema in “Ikarus” nonché, secondo i magistrati, gran tessitore di rapporti tra politica (in primis Frisullo) e impresa in Puglia. Insieme al fratello Massimo, in uno dei tanti tronconi dell'inchiesta sulla sanità emerge il suo potere di condizionamento sui giornalisti scomodi inviati in Puglia.  di t.m.

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