
Sud in mano ai pm : tra Idv e Pd nasce il partito delle manette

De Magistris pronto a mollare Di Pietro per sostenere Ingroia a sindaco di Palermo contro Orlando. E' il governo delle toghe. / MAINIERO
La sigla potrebbe essere Pm, che non è un nuovo Partito monarchico ma il Partito delle Manette (o dei Manettari), repubblicano, orientato decisamente a sinistra e con un re per ora incontrastato: Luigi De Magistris, che affoga nell'immondizia napoletana e che si è messo in testa di regalare all'Italia un nuovo bidone. Andrà così, se il progetto dovesse realizzarsi: lui, Gigino, ex Pm, sindaco di Napoli. Michele Emiliano, già sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, sindaco di Bari. Antonio Ingroia, attuale procuratore aggiunto di Palermo, futuro sindaco del capoluogo siciliano. En plein: tre grandi città (anzi: tre capitali del Sud) e tre sindaci-sceriffi, tutti e tre esponenti di un nuovo movimento, il Pm, appunto. Applausi di Dario Fo, Franca Rame, Marco Travaglio e Serena Dandini. Benedice (e forse suggerisce anche) Michele Santoro. Permetteteci la battuta: Anno Zero della politica. Ma procediamo con ordine. Di Luigi De Magistris e della sua elezione a Napoli sapete tutto: faceva il Pm, scatenò polemiche a non finire, lasciò la magistratura e divenne parlamentare europeo come indipendente nell'Italia dei Valori. Poi anche sindaco di Napoli. Stesso percorso, almeno per quanto riguarda il settore di provenienza, per Michele Emiliano: la procura, l'incontro con Giovanni Falcone e Rosario Livatino, la candidatura con il centrosinistra e l'elezione a sindaco di Bari, la seconda candidatura e la rielezione. Per entrambi, un problema non da poco: tutti e due non vanno d'accordo con i rispettivi partiti e, soprattutto, i rispettivi capi. De Magistris è in rotta di collisione con Antonio Di Pietro. Emiliano ha rapporti difficili con il Pd di Bersani. Il loro futuro politico è incerto. E allora ecco l'idea: mettiamoci insieme e affranchiamoci dall'Italia dei Valori e dal Partito Democratico. Qualcosa più di una semplice idea, visto che, secondo indiscrezioni, il contenitore giusto per accogliere le ambizioni dei due sindaci esisterebbe già e sarebbe anche pronto all'ospitalità. Si chiama (spiega Dagospia) Partito del Sud, è stato fondato nel 2007 dallo storico Antonio Ciano e avrebbe avuto abboccamenti con De Magistris ed Emiliano. Le trattative sarebbero condotte da Marco Esposito, responsabile per il Mezzogiorno dell'Italia dei Valori. Obiettivo: le amministrative della prossima primavera. E qui si inserisce Antonio Ingroia, magistrato antimafia lanciato in tv da Michele Santoro e approdato, sempre al fianco del giornalista, a “Tutti in piedi”, la recente festa bolognese della Fiom che, guarda caso, ha visto la partecipazione di Marco Travaglio, Dario Fo, Franca Rame e Serena Dandini. Brevemente. Tutto nasce da un'idea abbastanza balzana: candidare a Palermo Leoluca Orlando, il vecchio e vecchissimo che avanza. Orlando, portavoce dell'Italia dei Valori, sindaco negli anni Ottanta con la Dc e negli anni Novanta con la Rete, vorrebbe fare il tris. Antonio Di Pietro non si oppone. Anzi: la candidatura gli piace, soprattutto in funzione anti Pd (che sogna un'alleanza, non gradita da Tonino, con il Terzo Polo e con Raffaele Lombardo). Guerriglia in corso. E De Magistris, assieme ad Emiliano, spariglia: il candidato giusto è Antonio Ingroia. Ingroia, che è stato al fianco di Gian Carlo Caselli e che si è occupato, tra l'altro, del caso Contrada, di Marcello Dell'Utri e anche di Massimo Ciancimino, figlio di Vito, ugola d'oro e testimone chiave rivelatosi poi alquanto inattendibile. Disse Michele Santoro a Bologna, festa della Fiom: "Il mio futuro è in tv. Io penso a fare bene il mio lavoro e mi impegno a stimolare la coscienza della gente che mi ascolta. Poi, se io dovessi costruire un partito, l'architrave sarebbe quella che salirà sul palco: Travaglio, Ingroia, Dario Fo, Franca Rame, Serena Dandini e tanti altri. Solo con il mondo del giornalismo e la magistratura realmente indipendenti si può costruire una buona democrazia". Non citò De Magistris e neppure Emiliano. Che nel futuro Pm, Partito delle Manette, sia già in corso la guerra sotterranea per la leadership? di Mattias Mainero
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