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Renzi fa il Brunetta, demoliti dipendenti e sindacati "Impiegati Fantozzi, li licenzierei ma non posso..."

Il sindaco di Firenze: "Timbrano alle 14 e dopo 15 minuti son pronti a uscire" . Chiamarli Fantozzi è un complimento

Costanza Signorelli
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Massimo D'Alema, che è un big, può permettersi di copiare direttamente Berlusconi ("La sinistra mi odia"). Matteo Renzi,che è giovane e ha ancora da crescere, deve accontentarsi di Renato Brunetta. Frase numero uno: "Mi ritrovo coi dipendenti che timbrano alle 14 e già un quarto d'ora prima sono in coda col cappotto, pronti per uscire. Chiamarli Fantozzi sarebbe far loro un complimento". Frase numero due: "L'organizzazione più lontana dalla mia generazione sono i sindacati. Più di un iscritto su due è in pensione mentre noi, se va bene, ci andremo a 70 anni. E hanno giri d'affari miliardari". Parole che sembrano prese dal greatest hits del ministro della Pubblica amministrazione e che, invece, sono farina del sacco del sindaco di Firenze. Per la cronaca, i dipendenti del Comune non l'hanno presa bene: "Fantozzi sarà lui", replica Stefano Cecchi della Rsu, "ci sono tagli che mettono a rischio i servizi comunali e lui gioca". Tra sindaco e lavoratori, d'altronde, corre sangue non dei migliori già da qualche tempo: più precisamente dal cinque luglio scorso, quando Renzi ha stabilito che il dipendente che voglia concedersi la pausa sigaretta debba strisciare il badge elettronico in uscita, fumare e timbrare ulteriormente prima di rientrare. I sindacati sono sul piede di guerra ed hanno ottenuto un incontro col sindaco per il 28 luglio (prevista burrasca). Al di là della cronaca, la sortita di Renzi in versione Brunetta è emblematica di come, pure con un ritardo non trascurabile, a sinistra si stia cambiando approccio alle questioni legate al welfare e al lavoro. Sotto le parole di Renzi - e pazienza se non lo ammetteranno mai - i capi del Pd farebbero la coda per metterci la firma. Non tanto quelle sui dipendenti pubblici (che elettoralmente ancora qualcosa valgono), quanto quelle sui sindacati: per rendersi conto di quanto sia usurata la cinghia di trasmissione tra Pd e Cgil basta ricordare la recente vicenda Fiat, con i vertici del partito schierati con Marchionne e Corso Italia dall'altra parte della barricata. D'altronde, se ci si vuole dare il profilo riformista da sinistra europea del nuovo millennio, continuare a difendere a spada tratta le prese di posizione del sindacato diventa un'opzione poco percorribile. Specie poi se, oltre alla patente di riformista si punta a quella di partito dei giovani, sui quali la presa del sindacato è andata perdendo saldezza col tempo. Quando Renzi punta il dito contro il fatto che "un iscritto su due è in pensione" dà voce al pensiero in materia di ogni italiano sotto i trentacinque anni. Ultima nota: a ieri sera, l'unica reazione alle parole di Renzi era quella, sopra riportata, del locale sindacalista. L'avesse detto Brunetta, sarebbero già partire le raccolte firme, le campagne di indignazione su internet e i sit-in davanti a Montecitorio. Anche qui, di strada da fare a sinistra ne hanno parecchia. di Marco Gorra

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