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L'odio anti Casta in libreria: diventa un genere letterario

Da Stella-Rizzo a Giordano. Grande successo per i volumi contro i "poterazzi" . E nascono i manuali per insultare i politici

Costanza Signorelli
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Alla fine dei conti, il termine "Casta" è il più dolce attualmente a disposizione. L'insofferenza diffusa verso i privilegi apparentemente irrinunciabili della politica si è solidificata sugli scaffali delle librerie, dando la stura a un genere letterario di grande successo. Inaugurata anni fa dall'omonimo bestseller di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo - che resiste ancora sotto forma di robuste pile di volumi nei negozi, e pure in supermercati e autogrill, in nuove e ben dettagliate edizioni - la corrente dei volumi che fanno a fette i poterazzi si è via via allargata e, a dirla tutta, anche incattivita, passando dalla semplice denuncia all'apologia di linciaggio. Il bel saggio di Mario Giordano, Sanguisughe (Mondadori), dedicato alle pensioni d'oro e rimasto nelle classifiche dei più venduti per settimane, ha immediatamente figliato degli imitatori. Salvatore Cannavò, collaboratore del Fatto, ha sfornato Altre sanguisughe (Aliberti). Eloquente il sottotitolo: "Parassiti di Stato. Pensionati di lusso". Ma qui rimaniamo ancora nel filone dell'inchiesta ben documentata e - finalmente - a tutto campo, cioè non concentrata esclusivamente contro il Cav. Altro discorso riguarda il corposo novero dei testi che invitano a liberarsi dei politici con metodi spicci. Si tratta di un genere che nasce come propaggine dell'antiberlusconismo letterario, con l'unica variante di allargare lo spettro dell'astio anche alla sinistra.  A pamphlettini come  Indignatevi! e Impegnatevi! del vegliardo francese Stéphane Hessel, tutti tesi a demonizzare la destra europea e mondiale, hanno fatto seguito le variazioni italiane sul tema (ad esempio Ribelliamoci di Luciana Castellina). Poi sono arrivati i libretti che spingono con grazia al regicidio. L'editore Raffaello Cortina ha rispolverato per l'occasione  Uccidere il tiranno di John Milton. Inizialmente volto in chiave anti-Silvio, è facilmente riutilizzabile per la Casta tutta. Idem altre amene letture quali  Discorso sulla servitù volontaria di Etienne de La  Boëtie (Chiarelettere), il cui succo è che a reggere il Paese ci sono solo leccaculo e venduti.   Queste primizie si sono mescolate ai testi di derivazione grillina, sempre molto venduti (tra i più recenti: A riveder le stelle. Come seppellire i partiti e tirar fuori l'Italia dal pantano e Tutte le battaglie di Beppe Grillo). Il prodotto definitivo, dunque, è Insultiamoli!, piccolo manuale firmato da Carla Ferguson Barberini e pubblicato da Aliberti. In questo caso lo sfanculamento è finalmente bipartisan. Ci sono insulti personalizzati per ogni politico. In un capitolo si spiega come sbertucciare Daniela Santanchè e Renato Brunetta, piuttosto che Sandro Bondi o "il trio monnezza dell'eterna opposizione" Veltroni-Prodi-Bersani. Per Oliviero Diliberto si consiglia l'appellativo "infame", Francesco Storace meriterebbe un bel "cornuto". Daniele Capezzone è servito con "zecca", Casini con "mentecatto". A Nichi Vendola, maestro di fumisterie poetiche, è riservato un molto prosaico "merda".  Liquidato con una citazione Francesco Rutelli,  che negli anni '80 partecipava a una trasmissione sulla tv locale Canale 66. Tema: il buco nell'ozono. Telefonata di uno spettatore: "Buonasera, mi chiamo Vincenzo Eco. Per quanto riguarda il problema del buco dell'ozono, vorrei dire che io preferisco il buco del culo!". Fin qui, la carta stampata. Ma se il clima si evolve di questo passo, immaginiamo che presto, invece dei libri, gli italiani preferiranno la raccolta di monete della Fabbri editori. Meno costosa e più pratica da lanciare. di Malabarba

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