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Meredith, le domande ai periti "Il coltello non fu lavato"

La difesa di Amanda interroga Conti e Vecchiotti sui risultati dei nuovi test. E gli esperti: "Sul coltello non vi è traccia di dna"

Costanza Signorelli
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E' ripreso, sabato 30 luglio, il processo per l'omicidio di Meredith Kercher con le domande delle difese ai periti Stefano Conti e Carla Vecchiotti, incaricati dalla Corte d'Assise d'appello di Perugia di svolgere nuovi accertamenti genetici nell'ambito del procedimento in corso nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito. La difesa di Raffaele Sollecito, così come la Corte, ha detto di non aver domande da esporre. Rispondendo, invece, ai quesiti della difesa di Amanda Knox, i periti hanno spiegato che "il coltello ritenuto dall'accusa l'arma del delitto di Meredith Kercher non è stato oggetto di accurato lavaggio altrimenti non sarebbe presente l'amido e che su di esso di certo non vi è traccia di dna". La perizia - Un'udienza che arriva all'indomani del duro colpo che i periti hanno inflitto al lavoro svolto dalla Polizia scientifica. Conti e Vecchiotti, presentando le conclusioni della perizia, lo scorso lunedì, avevano infatti contestato l'attendibilità dei test effettuati sul coltello e sul gancetto del reggiseno della vittima. Avevano così spiegato come quest'ultimo fosse stato repertato dalla scientifica attraverso l'utilizzo di "guanti sporchi" e che sul coltello ci fossero tracce di amido ma non di sangue come invece era risultato dai test della polizia. La scientifica si difende - Il presidente della Corte di assise di appello di Perugia, in apertura di udienza, ha letto una lettera inviata dal direttore del servizio di polizia scientifica, Piero Angeloni, alla Corte stessa e nella quale si fa riferimento alle critiche avanzate dai periti sul lavoro svolto dalla scientifica. Nella lettera Angeloni ha evidenziato le competenze della scientifica, ricordando che svolge "ogni anno 4.500 sopralluoghi" e ha evidenziato come i laboratori sono dotati della certificazione di qualità."La scientifica è dotata di un sistema informatico di tracciabilità dei reperti - ha detto Angeloni nella lettera-.  Le apparecchiature tecniche sono d'avanguardia e il personale ha esperienza pluriennale". Angeloni ha, infine, sottolineato come "mai in passato sono stati avanzati rilievi di tale natura come in questa sede investono l'operato della polizia scientifica".

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