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Camera: taglietto indolore Stipendi al ribasso per il 2013

La Casta decide di non adeguarsi le paghe: piccole riduzioni per personale , ristorazione, affitti e viaggi / MONTESANO

Costanza Signorelli
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"Mantenere una politica di bilancio rigorosa è doveroso", ma "la democrazia ha un costo". Ed è quindi altrettanto doveroso mantenere sia la "funzionalità del Parlamento", sia "la salvaguardia del pieno esercizio del mandato parlamentare". Quindi va bene tagliare, ma non troppo. Anche perché i tanto vituperati deputati italiani sono tra i meno costosi d'Europa (20.486 euro di costo mensile medio comprensivo dei contributi per i collaboratori rispetto ai 34.750 euro dei parlamentari europei, ai 27.364 euro dei tedeschi e ai 23.066 euro dei francesi). Spetta a Francesco Colucci (Pdl), uno dei tre questori di Montecitorio, il compito di respingere l'assalto alla casta nella seduta dedicata all'esame del bilancio interno della Camera (oggi il voto finale). Colucci snocciola i dati che dovrebbero testimoniare la virtuosità del secondo ramo del Parlamento nel prossimo triennio. In primis il risparmio, per le casse dello Stato, pari a circa 150 milioni di euro determinato da un blocco delle dotazioni annuali (75 milioni) e dalla restituzione "di somme da parte della Camera stessa pari a 76 milioni di euro". Tutto si gioca sul fatto che da qui al 2013 la dotazione statale che spetta ogni dodici mesi all'assemblea presieduta da Gianfranco Fini resterà invariata. Ovvero sugli stessi livelli del 2009, "l'ultimo esercizio in cui vi è stato un incremento dei trasferimenti dello Stato a favore della Camera" secondo il tasso di inflazione programmata. A questo proposito vale ricordare che, nonostante il blocco, ogni anno Montecitorio incassa la bellezza di poco meno di 993 milioni di euro. La sforbiciata alle spese, così, altro non è che un mancato adeguamento delle indennità e dei vitalizi dei deputati (dieci milioni) uniti a piccoli tagli su spese di viaggio (due milioni), gruppi parlamentari (poco più di un milione), personale (un milione e 700mila euro), affitti (quattro disdette per un totale di 29 milioni), ristorazione (due milioni e 300mila euro frutto della chiusura del self service a Palazzo San Macuto e della "riduzione offerte del menu") e altri interventi nei settori della comunicazione e delle autorimesse (due milioni e 600mila euro). Totale: 50 milioni di euro di tagli da ripartire nel 2012 (19,5) e nel 2013 (30,4) a fronte di quasi un miliardo che finisce in cassa ogni anno. Una goccia nel mare che offre il destro alle opposizioni per incalzare la maggioranza. Come? Presentando, come fa il Pd, undici ordini del giorno che impegnano, ma senza alcun vincolo, la presidenza e i questori a eliminare il vitalizio per i deputati, introdurre una trattenuta per le assenze e adeguare i servizi di ristorazione e barberia ai prezzi di mercato. L'Italia dei valori, invece, punta a eliminare i benefit degli ex presidenti di Camera e Senato e a chiudere le abitazioni di questori e vicepresidenti. Tanto, come denuncia la radicale Rita Bernardini, "il nostro voto è alla cieca. Il bilancio è ancora reticente, non consente al singolo deputato di leggere all'interno delle sue voci". di Tommaso Montesano

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