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Il Mauro Masi che non t'aspetti "Santoro, gran professionista"

L'ex dg Rai si confessa: "In un libro svelerò tutta la verità. La mia colpa? Quella di non essere riuscito a farmi comprendere"

Andrea Tempestini
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"Santoro è sicuramente un grande professionista e si vedrà che, nella realtà, è molto meglio di come si sforza di apparire, a beneficio del suo pubblico, che lo vuole a tutti i costi nel ruolo del provocatore. Sarà un'autentica sorpresa". Eccolo, il Mauro Masi che non ti aspetti, e che sul numerdo di Chi in edicola martedì 9 agosto si spende in un eleogio del teletribuno, suo acerrimo nemico fino a quando era il direttore generale della Rai. In un libro tutta la verità - "La famosa telefonata a Santoro? Non la rinnego, ma sarebbe stato meglio andare in trasmissione di persona". E a proposito di Luigi Bisignani, spiega: "E' un amico da trent'anni. Con cui parlavo di tutto, tipo 'quattro amici al bar'. Ascolto tutti, ma poi decido sempre con la mia testa". Poi continua: "Con Santoro la situazione è stata particolare e io sono uno che ci mette la faccia. Sto scrivendo un libro, che si chiamerà 'Viale Mazzini' e che uscirà in autunno, da cui credo emergerà un rapporto inedito e inaspettato tra me e lui". Inutile negare che la curiosità è tanta: possibile che i due avessero un "rapporto inedito e inaspettato"? "Non mi sono fatto capire" - Masi poi continua nell'analisi della sua esperienza nella televisione pubblica. Alla luce dei fatti, spiega, uscire dalla Rai è stata "quasi una liberazione", anche se "il tempo mi renderà giustizia". L'ex dg, oggi amministratore delegato della Consap (concessionaria servizi assicurativi pubblici) sottolinea come "quella di viale Mazzini è stata un'esperienza professionale importante ma, per come era andata ultimamente, uscirne ha significato davvero una liberazione. Amo le sfide - ha aggiunto - anche se questa è stata più difficile del previsto. Non ho digerito il fatto di passare come un censore". Poi sottolina come non sia riuscito "a far arrivare il mio messaggio: la volontà di applicare le stessere regole a tutti. Da Bruno Vespa a Giuliano Ferrara, a Michele Santoro. Lo ammetto - ha concluso -: non ci sono riuscito. Ho il rimpianto di non essere riuscito a comunicare ciò che volevo. Nella vita ho imparato a voltare pagina. Sono della Vergine, concreto".

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