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Borse, Milano chiude in rialzo. Wall Street su, Europa respira

I listini provano a guadagnare terreno. New York ok in apertura: riesce rimbalzo anche a Francoforte dopo lo scivolone di 7 punti

Andrea Tempestini
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Sono bastati pochi minuti di contrattazioni per capire che anche questo martedì sarebbe stato, per le Borse europee, una nuova giornata da viviere su pericolosissime montagne russe. In apertura l'ormai consueto rimbalzo, effimero, e annullato dopo mezz'ora di scambi, quando tutti gli indici del Vecchio Continente hanno virato in territorio negativo, con perdite comprese tra lo 0,5 e l'1 per cento. Poi è proseguita la corsa schizofrenica: per citare il caso italiano, l'Ftse Mib perdeva anche più di 2 punti, toccando i minimi dell'anno, mentre poi ha riguadagnato terreno e parzialmente ridotto il rosso per poi risprofondare con perdite attorno ai 3 punti percentuali. Sulle montagne russe - Ma soprattutto grazie ai titoli bancari (alcuni guadagnavano il 4%), che compongono la fetta più cospicua del paniere tricolore, Milano ha poi provato a fare la lepre in Europa, per virare addirittura in territorio positivo poco dopo le 13. Successivamente (mentre Francoforte restava maglia nera con un passivo di circa 1,5%) Milano e Madrid erano gli indici che più contenevano le perdite, lottando con la parità. Un pizzico di fiducia è arrivata dall'apertura di Wall Street, che dopo la storica debacle del giorno precedente ha aperto in territorio positivo: in attesa del vertice della Federal Reserve che si terrà nella serata di martedì guadagnava circa il 2% riportandosi sopra la quota psicologica di 11mila punti. Il 'buon vento' statunitense, così, ha permesso a Piazza Affari di compiere il mini-rimbalzo finale: l'Ftse Mib ha chiuso in crescita dello 0,52%, l'All Share dello 0, 50 per cento. Segno più anche per Madrid (0,36%) e Parigi (maglia rosa con una crescita dell'1,63%). Il caso Fiat - Per comprendere a fondo la volatilità dei mercati è paradigmatico l'esempio delle azioni di Fiat Industrial. Il titolo del Lingotto poco dopo mezzogiorno, dopo una sospensione, sprofondava di 8 punti percentuali, ma nell'arco di appena 90 minuti era schizzato in attivo, con un guadagno superiore al 3,5 per cento (ha chiuso la giornata in crescita dell'1,33%). Poco prima delle 12 il listino milanese ha affrontato una raffica di sospensione che, in particolare, hanno colpito i titoli industriali. Attimi di panico a Francoforte - In apertura, a trascinare al ribasso i listini ha contribuito la performance drammatica del giorno precedente di Wall Street (che ha chiuso ai minimi dal 2008, quando cominciò a infuriare la crisi dei mutui subprime) e la chisura al ribasso, senza eccezioni, delle Borse asiatiche. Ma a pagare dazio più di tutti, un po' a sorpresa e sconfessando le recenti paginate d'elogio degli economisti alla locomotiva tedesca - in verità anch'essa soggetta a un'insostenibile volatilità - è stato l'indice di Francoforte, che ha vissuto momenti di terrore coincisi con un picco verso il basso di 7 punti percentuali. Poi il Dax è lievemente risalito, limando le perdite intorno al 6%, per poi ridurre ulteriormente il rosso (inotrno alle 13 era al 2,4 per cento, per poi passare all'1,5&). A fine giornata l'indice tedesco è riuscito addirittura a chiudere in territorio positivo (+0,16%). Male le asiatiche- Chiusura ai minimi da cinque mesi per la borsa di Tokyo, e ancor peggio ha fatto il listino di Hong Kong, ai minimi da 15 mesi a questa parte. I settori più bersagliati risultano quelli maggiormente esposti agli Stati Uniti: come è noto, l'economia del Continente asiatico è strettamente interconnessa a quella a stelle e strisce. In parallelo, anche per la debolezza dell'Europa e per i dubbi che nutrono i mercati sull'efficacia delle misure adottate dai banchieri centrali, continua l'inarrestabile corsa dell'oro, bene rifugio per eccellenza nel momento in cui si comincia a temere il cosiddetto double-dip, la ricaduta recessiva, o per essere ancor più schietti la 'recessione nella recessione'. Il metallo giallo ha così ritoccato ancora una volta il massimo storico, arrivando a 1.772 dollari l'oncia. Secondo gli esperti del settore, la corsa dell'oro è destinata a durare, e presto il prezzo del metallo potrebbe scollinare oltre quota 2mila dollari, una soglia impensabile solo fino a una manciata di mesi fa. Bene i titoli di Stato - Se il mercato borsistico continua ad essere incandescente, sembra fornire maggiori sicurezze quello dei titoli di Stato: grazie all'intervento della Banca centrale europea, che s'impegna nell'acquisto di cedole italiane e spagnole (secondo alcuni operatori avrebbe varato un'altra infornata di acquisti intorno alle 9.55 di martedì mattina), continua la discesa dello spread tra Btp e Bund tedeschi. Poco dopo le 10 il differenziale che misura il livello di rischio era rinculato sotto la soglia di 280 punti base. Bene anche lo spread tra Bonos spagnoli e titoli tedeschi, che è sceso sotto i 270 punti base.

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