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Gianfranco via da Mirabello Kermesse relegata in cascina

Dopo il tira e molla col Pdl per la piazza principale, Fini organizza la sua festa di Fli in aperta campagna

Andrea Tempestini
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Sarà una festa bucolica. Tra i campi coltivati a erba medica. Fra trattori e casolari. Per il tradizionale appuntamento settembrino di Mirabello, i finiani abbandonano la piazza principale del piccolo centro del ferrarese per spostarsi in aperta campagna. La kermesse di Fli, infatti, quest'anno si svolgerà nella tenuta di Vittorio Lodi, classe 1943, storico ideatore ed organizzatore della festa tricolore dal 1982. Uno spazio di 20 mila metri quadri all'interno di un'azienda agricola produttrice di mangimi per mucche da latte. Ma perché Gianfranco Fini ha deciso di abbandonare la piazza storica dove l'anno scorso, in attesa dello strappo dal Pdl, si era registrato il boom di presenze? Il motivo sta tutto nella sfida con Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, più veloci ad accaparrarsi la concessione per organizzare la festa in piazza. Gli ex An del Pdl, infatti, dopo la kermesse finiana dell'anno scorso, hanno deciso di non lasciare a Fli uno dei luoghi simbolo della destra italiana (fu qui, tanto per dire, che Giorgio Almirante nel settembre del 1987 investì Fini come suo successore alla guida del Movimento Sociale). Così hanno chiesto l'autorizzazione per organizzare la festa del Pdl, bruciando sul tempo i finiani. Che, non potendo più disporre della piazza, hanno deciso di organizzare la loro kermesse nella tenuta agricola di Vittorio Lodi. Poi però succede che il Pdl cambia idea e anticipa la festa a luglio. «Lo abbiamo fatto per non alimentare inutili polemiche e poi perché ci sembrava opportuno dare una platea ad Angelino Alfano, che una settimana prima era stato eletto segretario. Così abbiamo deciso di anticipare ed è stato un successo», spiega Gasparri. A quel punto la piazza di Mirabello a settembre tornava libera, ma ormai era tardi e Fli ha declinato. «Rimarremo nella mia tenuta innanzitutto per questioni di spazio: qui l'area è molto più vasta rispetto a piazza Primo Maggio», spiega Lodi, «e poi ormai quella piazza è stata profanata con una festa che non è affatto quella tricolore. Quindi restiamo dove siamo». L'ex missino va molto fiero della sua creatura. «All'inizio degli anni Ottanta Mirabello era l'unico comune dell'Emilia rossa dove l'Msi prendeva un po' di voti: tra il 10 e il 25 per cento. Così, per contrastare il dominio delle feste dell'Unità, mi sono inventato la festa tricolore e ad Almirante piacque moltissimo. Allora abbiamo continuato», racconta con orgoglio. Responsabile politico della festa sarà invece Enzo Raisi, coadiuvato da Daniele Baldini e dal giovane Francesco Aresco. La festa campagnola di Fli sarà lunga, dal primo all'11 settembre: ci saranno ospiti del Pd, dell'Idv, della Lega (Maroni) e anche del Pdl (Alemanno e Paniz). A chiudere, naturalmente, il comizio di Fini. Anche se quest'anno non ci sarà l'attesta spasmodica del 2010, quando l'ex leader di An era ancora all'interno del partito berlusconiano, ma era lì lì per andarsene. Fini a Mirabello si limitò a proporre al Cavaliere un patto di fine legislatura, mentre lo strappo vero avvenne un paio di mesi dopo, a Bastia Umbra, dove il presidente della Camera annunciò la formazione di gruppi autonomi e l'uscita dei finiani dal governo. di Gianluca Roselli

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