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E adesso insultano Tremonti. Pier: "E' scemo". Fini: "Allibito"

Tifavano per lui, ora lo insultano. Ma anche nel Pdl c'è una fronda anti-ministro, e anche Bossi lo ha scaricato. Giulio, un uomo solo

Andrea Tempestini
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Tutti contro Giulio Tremonti. Anche a suon di insulti.  Eppure neanche un mese fa il ministro dell'Economia era acclamato come una sorta di salvatore della patria, l'unico in grado di mettere in piedi e guidare un governo tecnico, alternativa all'esecutivo traballante. Oggi tutto è cambiato. Per il leader Udc Pier Ferdinando Casini Tremonti adesso «è scemo! Da ricoverare», come  ha commentato a mezza voce chiacchierando con un collega di partito. «Allibito», invece, sarebbe rimasto Gianfranco Fini ad ascoltare le parole del ministro, la presentazione delle misure pensate per far fronte alla crisi (Nota: non solo Casini e Fini. Contro Tremonti si è sollevata anche una parte del Pdl, che non minaccia di votare il Pdl. Anche Umberto Bossi lo ha scaricato: "Non convince, il suo un discorso fumoso). L'innamoramento collettivo per Giulio sembra davvero roba d'altri secoli. Persino per il Pd,  con il segretario Pier Luigi Bersani, l'ipotesi di un governo di transizione guidato dal titolare dell'Economia era «un'evenienza più sensata di un confronto elettorale con un meccanismo come questo». Insomma, meglio Tremonti che le elezioni.  Anche l'Udc di Casini lo spronava a prendere le redini della maggioranza perché «ma non c'è dubbio che il ministro dell'Economia», faceva notare il vice presidente dei deputati, Gian Luca Galletti, «sia fra coloro che meglio di chiunque altro conoscono la difficile realtà dei conti e la complessa situazione economico-internazionale». E  i finiani? Ma sì, anche i finiani  hanno spesso sposato la causa di un governo Tremonti. Italo Bocchino era convinto a febbraio che il ministro poteva «essere il soggetto politico per la transizione», anche se «non penso possa essere leader per il futuro, non lo vedo ad arringare masse, viene da una cultura tecnica». Del resto era stato lo stesso Fini, in più occasioni, e anche in un'intervista televisiva a dicembre, aveva dichiarato che Gianfranco Fini ritiene che sarebbe servito  «un nuovo governo di centrodestra» e non escludeva l'ipotesi di un  esecutivo guidato proprio da  Tremonti. E adesso la musica è decisamente cambiata. Subito dopo l'intervento del ministro, Casini accusa Tremonti di essere stato poco dettagliato nel suo intervento. «Mi auguro che abbia le idee così chiare che non ci ha detto nulla per non bruciare il decreto. Avevo capito di più dalla lettura giornali che da quello che ho sentito oggi», commenta a caldo il leader dei centristi.  Bersani, tra le molte osservazioni, sostiene che «occorre fare qualcosina anche per la crescita. Quando si fa 30 bisogna fare 31,  per dare un pochino di stimolo». Antonio Di Pietro, come è nel suo stile, non usa mezzi termini: «Il governo è incapace di intendere e di volere quello di cui il nostro Paese ha bisogno in questo momento». Casini, poi, alla replica tremontiana, dimentica l'analisi e l'aplomb e sbotta: «Questo è scemo! Da ricovero». E, alla fine di questa  giornata convulsa (l'ennesima, per la verità), viene ricevuto dal presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale, che prima ha incontrato Bersani.  Oggi toccherà a Fini. di C.Ma.

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