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La Bce si sarà pur svegliata, ma Trichet fa solo errori

Jean-Claude non chiude in bellezza il suo mandato. Schiaffi anche dal consiglio direttivo: "Doveve prevenire la crisi"

Andrea Tempestini
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Jean Claude Trichet non chiuderà in bellezza il suo mandato. Il presidente della Banca Centrale Europea ha incassato ieri uno schiaffo da una persona che gli sta seduta accanto nel consiglio direttivo dell'Eurotower. Il membro Yves Mersch è stato categorico in un'intervista al Wall Street Journal: «Penso che il nuovo presidente della Bce non dovrebbe avere lo stesso comportamento di quello attuale», perché «spero che nel giro di cinque anni il nostro operato sarà la prevenzione delle crisi e non la loro gestione». In pratica Mersch ha accusato Trichet di non essere stato in grado di prevenire la recessione e il ko di banche e debiti sovrani. Ieri l'istituto di Francoforte è tornato a pascolare nei mercati, comprando anche Btp indicizzati all'inflazione. Piazza Affari e le altre sorelle europee hanno tirato il fiato. Ma «fino a quando la questione del debito sui periferici Ue rimarrà sulle prime pagine nonostante gli sforzi della Bce, le banche probabilmente rimarranno un punto cruciale in negativo in termini di propensione al rischio», dice Bank of America che ha abbassato la raccomandazione sui bancari europei a “neutral”. Speculazione? Anche, ma il guaio è che gli istituti europei non si fidano più l'uno dell'altro.  L'altro ieri hanno preso in prestito oltre quattro miliardi in un giorno (massimo di tre mesi), pagando il tasso penalizzante del 2,25% pur di assicurarsi la liquidità. Ecco, non c'è fiducia. Non si vede la luce in fondo al tunnel: si agita molto il fantasma della recessione, mentre gli Stati, in primis l'Italia, sono in difficoltà nel reperire risorse per tagliare i debiti pubblici. La Bce chiede riforme e cambi di rotta immediati. Peccato però che, nonostante gli errori sui tassi d'interesse del 2008 e dei primi mesi di quest'anno, la Bce  preveda che il costo del denaro salirà gradualmente fino ad arrivare al 2,2% in media nel 2012. Questo perché le aspettative di inflazione «devono rimanere saldamente ancorate in linea con l'obiettivo del   Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli   inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo». di Giuliano Zulin

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