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Voti Pisapia? "Paga e tas" Provocazione del Carroccio

Vendute 200 magliette firmate dalla Lega che ribadiscono il 'no' ai nuovi clandestini e ricordano: "Lo hai scelto? Ora fai silenzio"

Andrea Tempestini
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La sfida è impegnativa già solo per le condizioni ambientali. Più di trenta gradi e asfalto che cola sotto i piedi di piazza Cordusio. Ma i militanti della Lega Nord sono abituati a ben altro, e quando si tratta di suonare la sveglia agli elettori di Pisapia la voglia viene spontanea anche se il fisico spingerebbe per un calippo all'ombra. Così fin dalle quattro di un pomeriggio pre-ferragostano una trentina di lumbard si sono messi in fila per comprare a 10 euro la maglietta con il motto “Hai votato Pisapia? Paga e tas”, con quel “paga e taci” rivolto a chi ha visto infrangersi il sogno del vento nuovo in città contro il muro dell'Irpef e dell'aumento dei biglietti Atm. In poco più di un'ora un centinaio di magliette “brandizzate” sono andate esaurite, con altrettante prenotate via Internet. «Un bel successo, non ci aspettavamo di finire la scorta in così poco tempo - commenta soddisfatto il capogruppo del carroccio Matteo Salvini -. Molte persone hanno promesso che indosseranno la t-shirt in vacanza, al mare e in montagna. Pisapia chiede ai suoi di copiare le idee alle altre città, e noi vediamo di portare in giro il nostro monito». Pregiudiziale contro il sindaco vendoliano? «Se Pisapia farà scelte che condivideremo siamo pronti a sostenerlo - ha detto -, ad esempio se chiuderà il baraccone Milano Sport, ma se aumenta il biglietto del tram saremo dall'altra parte della barricata». A tenere banco però è ancora il tema dei profughi, dopo l'iniziativa dell'assessore Majorino che ha fatto del centro della Protezione civile di via Barzaghi una sorta di campo di smistamento. Secondo il consigliere della Lega Alessandro Morelli «è necessario capire se verranno spesi solo i soldi del governo e non quelli dei cittadini, e per questo vigileremo sui costi di questo nuovo piano profughi, perchè non gravino sui milanesi». Morelli ammette che «se le leggi internazionali ce lo impongono, i profughi devono essere accolti, ma dobbiamo anche controllare bene che arrivino tutti dalla Libia, altrimenti devono tornare a casa loro». A dare battaglia è l'ex vice sindaco e onorevole Riccardo De Corato che annuncia nei prossimi giorni un'interrogazione al ministro dell'Interno Maroni «per fare luce sul tipo di convenzione tra Comune e prefettura. I soldi dello Stato - ha sottolineato De Corato - non sono per i richiedenti asilo che Majorino ha messo in via Barzaghi o metterà a Ortles ma per i profughi riconosciuti». Dalla Prefettura si sottolinea però che la convenzione stipulata con il Comune di Milano è in tutto e per tutto uguale a quelle stipulate con le altre strutture operanti nella Regione (come alberghi o residence), dopo il via libera dato dal soggetto attuatore - il vice prefetto di Milano Francesco Russo. Corso Monforte assicura che in nessun modo il Comune può by-passare i lavori del Tavolo regionale e di quello provinciale, e che lo stanziamento dei soldi per ogni profugo (46 euro è la soglia massima) è parametrato alle attività di sostegno offerte oltre il vitto e alloggio. di Edoardo Cavadini

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