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Sivlio: "La Ue apprezza misure" Ma Cav studia un colpo di coda

Berlusconi: "Contrapposizioni con Tremonti, ma con lui fino a 2013. Mi ricandido? Solo se serve". Premier pensa a sgravi fiscali

Andrea Tempestini
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Al premier "gronda il cuore di sangue". Lo ha spiegato, con franchezza, nella conferenza stampa di venerdì sera. Il governo che "non aveva mai messo le mani nelle tasche dei cittadini" le ha dovute mettere. Ha dovuto pescare fior fior di quattrini per spegnere le tempeste dei mercati e guadagnarsi gli euro della Banca centrale europea. Chi ha avuto modo di passare del tempo con il Cavaliere racconta del suo cattivo umore, che ha cercato di nascondere dietro la frase con cui ha concluso l'incontro di venerdì con i cronisti: "Siamo addolorati, ma soddisfatti". "Contrapposizioni con Giulio" - Sabato, dopo il faccia a faccia con Tremonti, il Cav ha 'certificato' il dissidio con il 'Superministro': "Ci sono delle contrapposizioni di vedute, ma io e Tremonti arriveremo a fine Legislatura". Poi una battuta sull'eventuale ricandidatura nel 2013: "Di questo ho già detto che non è opportuno parlare. Vedremo al momento opportuno. Io, in diverse occasioni, anche pubblicamente, ho detto che per me fare quello che sto facendo rappresenta un grande sacrificio. Tuttavia se sarà necessario io non mi tirerò indietro. Per altro - ha aggiunto il Cav - mi auguro che non sarà necessario". Ci saranno scossoni in Parlamento sulla manovra? "No, assolutamente no. Credo ci sarà un viaggio molto tranquillo. Naturalmente abbiamo chiesto dei sacrifici ai parlamentari, e questo potrà essere un tema su cui ci sarà magari qualche difficoltà. Ma non credo più di questo". Il presidente del Consiglio ha poi sottolineato che "durante questi giorni abbiamo avuto dei contatti con l'opposizione, e dentro la manovra abbiamo tenuto conto di quelle che erano le dichiarazioni che l'opposizioni è venuta via via facendo". "Apprezzamento dall'Europa" - Ai cronisti che lo attendevano all'uscita di Palazzo Grazioli dopo l'incontro con Tremonti, Berlusconi ha poi spiegato di aver avuto contatti con i leader dell'Unione europea. "Sì. Stamattina ho sentito per telefono alcuni di loro, in particolare ho avuto una lunghissima telefonata con la signora Angela Merkel, ho parlato con Jean-Claude Trichet e ho in programma altre telefonate con Van Rompuy e Sarkozy tra stasera e domani. Ho ricevuto grande apprezzamento - ha rimarcato Silvio -. Non era in discussione soltanto la posizione italiana. Era in discussione l'euro e quindi l'Europa stessa. Quindi c'era da parte di tutti una grande attenzione a quello che il governo italiano sarebbe riuscito a fare. Il fatto che noi siamo riusciti anche con la formula del decreto legge - ha aggiunto - rende, dopo la pubblicazione in Gazzetta, immediatamente operativa la legge. Anche questa è una cosa importante. Ho dato anche assicurazione che inizieremo da subito in Parlamento la discussione e il voto per introdurre nella Costituzione l'obbligo del pareggio di bilancio, anche dell'articolo 41 sulla libertà d'impresa". Il colpo di coda - Come si diceva, Berlusconi è sì "addolorato". Ma, in verità, non è "soddisfatto". O meglio, non ancora. Berlusconi, infatti, starebbe pensando a un colpo di coda. Starebbe pensando all'introduzione di qualche modifica che possa rendere più digeribile ciò che digeribile non è (il 'contributo di solidarietà' per tre anni, in particolare, è un colpo veramente troppo basso). Come fare? Alleggerire la manovra è quasi impossibile. Il Cav e l'intero esecutivo hanno la pistola di Jean-Claude Trichet puntata alla tempia, e anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, non vuole allentare la cinghia. Il piano, così, prevede nella sua prima parte di digerire il boccone amaro. Approvare tutto. Approvare in fretta. E farlo coinvolgendo l'opposizione, 'sponsorizzata' proprio dal Presidente della Repubblica. Emendamenti fiscali - Ma il premier non la vuole dar vinta in modo così facile a Tremonti. Nemmeno per idea. E così, contestualmente all'approvazione del pacchetto di norme scritte da Giulio - contro le quali si era sollevata anche una fronda del Pdl, fedelissimi di Silvio, ma tenuti poi a bada, almeno per ora, dallo stesso Berlusconi - il Cavaliere vuole rilanciare la riforma con cui costringere il Parlamento ad abbassare la pressione fiscale. Berlusconi vuole agire su alcuni aspetti ben precisi con qualche provvidenziale emendamento con cui allentare la morsa tributaria. Almeno questo è quanto hanno fatto trapelare fonti vicine alla maggioranza di governo. Staremo a vedere.

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