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Vasco al cinema: sua carriera tra musica, donne e...sogni

Il 5 settembre alla mostra di Venezia il film sui 30 anni di storia del rocker di Zocca: "Questa storia qua, il film". Paris il regista

Andrea Tempestini
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La vera magata sarebbe non parlare di Vasco, in questa estate bollentissima. Invece no. Non se ne può, sinceramente, fare a meno, perché il Komandante non è un tizio qualunque e perché ci sta dannatamente simpatico anche quando la fa fuori dal vaso. Le quotidiane sortite su Facebook, le frizioni con Liga, le bacchettate a tutti, fan compresi, le interviste dapprima concesse e poi (parzialmente) smentite al Corrierone, le ammissioni di malesseri profondi e - al contempo - di programmi autunnali così pieni e intensi, fanno pensare a un (quasi) 60enne con qualche acciacco, sì, ma pieno di vita. Ecco cosa attende il Blasco alla fine di questa estate tormentosa e tormentata. Dapprima le canzoni inedite: I soliti, scritta per il suo amico Clemente Mimun, esce a inizio settembre («È un brano che vi darà modo di sentire se sono bollito o in crisi creativa…» ha sottolineato Vasco) ma siamo curiosi di capire se verrà incisa anche quella dedicata al suo avvocato di fiducia, il penalista bolognese Guido Magnisi. Poi i concerti: Blasco riparte da Torino, il 27 agosto. Quindi il mega-show-evento annunciato per il giugno 2012 («Una roba epocale»). Infine, il film-documentario che verrà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Diretto da Alessandro Paris e Sibylle Righetti, già autori del soggetto per i video di Gioca con me e Vieni qui, avrà per titolo Questa storia qua anche se nei piani iniziali doveva essere un altro. Vasco, che ha seguito il progetto con un entusiasmo speciale, ci ha detto: «Un film sul sottoscritto è una bella cosa, una biografia è meravigliosa. Ci sono un sacco di fatti del passato e cosa sono oggi lo si capisce dalle vecchie foto, da quei filmati… Ma il titolo al quale avevamo pensato era un altro, era Da Zocca a Los Angeles. Poi è stato cambiato». In effetti è scoppiato un piccolo giallo attorno a questa vicenda: il Ministero dei Beni Culturali aveva definito il titolo originario di «interesse culturale ma non fruitore di un contributo monetario». In pratica era a rischio di flop, come il brutto film con Vasco protagonista: Ciao ma', del 1988. Da qui il cambio. «Peccato, il motto che sta scritto sull'icona della fondazione di Zocca recita: “Post Fata Resurgo”. Una straordinaria affinità con il mio carattere e la mia turbolenta vita personale e artistica», ha aggiunto il Komandante. Zocca, per chi non lo sapesse, è il paesino sull'Appennino emiliano dal quale Vasco partì, negli anni '70 quando era uno scafato dj di una emittente radiofonica privata chiamata Punto Radio. Di lì a poco arrivò l'Alba Chiara e tutto ebbe inizio. Questo l'incipit del docu-film che srotola, poi, la vita musicale e quella privata del nostro, sempre inseguito dai fan e circondato da pochi fidati amici: Fini, Gaetano Curreri, Roccia… La mossa del presidente della Mostra di Venezia, Marco Muller, è stata furba: avere il Blasco il Laguna sarà un colpo pubblicitario eccezionale dopo queste settimane in cui è stato il prezzemolo quotidiano. Prodotto da Indigo, la casa di produzione di tutti i film di Paolo Sorrentino, Questa storia qua sarà distribuito dalla Lucky Red di Andrea Occhipinti. Tra l'altro il film, il prossimo 5 settembre, sarà al centro di un evento mediatico senza precedenti: 200 cinema italiani saranno infatti collegati via satellite con il Lido di Venezia per la visione del film. E due giorni dopo sarà in tutte le sale. Non si tratta di una roba for fan only: si vedono filmati in super 8 di Vasco bambino, poi foto rare di lui dj e i primi passi da cantautore, quindi interviste nelle quali racconta quegli anni dolci pieni di donne («Ne ero sempre circondato e sono stato fortunato, ho conosciuto la loro liberalizzazione sessuale proprio nel periodo della mia vita in cui volevo fare altro. Che meraviglia!») e di sogni realizzati («Un giorno pensai alla mia vita, la volevo spericolata, piena di guaii e mi dissi: ohibò, e se vado a dirlo, anzi a cantarlo a Sanremo?»). Prima della riflessione finale che è, forse, il manifesto di questa estate tribolata: «Però ci sono anche i contro che sono incredibili, in questa storia qua». Chissà se Liga andrà a vedere il film. di Leonardo Iannacci

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