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Un altro tonfo per le Borse La Ue pensa agli eurobond

Milano lascia il 2,46%, Francoforte il 2,19%, Parigi l'1,92. Fallisce il rimbalzo dopo l'apertura di Wall Street: bruciati 94 miliardi. Colpiti i bancari. Europa sfida Sarkò e Merkel sui titoli di debito comuni. Jp Morgan: "Alto rischio recessione". Oro record

Andrea Tempestini
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Dopo il giovedì di terrore che ha fatto scappare a diversi analisti la parola "recessione", l'ombra del double-dip, del duppio tuffo nella crisi economica si allunga sui mercati occidentali. La regressione pare infinita. I mercati in caduta libera, che sembrano non trovare un punto per l'atterraggio - o per lo schianto - hanno provato un recupero nel pomeriggio dopo la contrastata apertura di Wall Street, comunque migliore di quanto previsto dai futures. Anche il tentativo di rimbalzo, però, è evaporato. Piazza Affari al termine delle contrattazioni indossa la poco lusinghiera maglia nera d'Europa: l'indice Ftse Mib lascia il 2,46%, l'All Share il 2,12. Negativi tutti gli altri listini: Francoforte perde il 2,19%, Parigi l'1,92, Londra lima il ribasso all'1,01 per cento. Giù anche Madrid del 2,11%, Lisbona dello 0,3% e Atene dell'1,46 per cento. L'Unione Europea, per far fronte all'emorragia dei mercati, sfida l'asse franco-tedesco composto da Nicolas Sarkozy e Angela Merkel e annuncia una bozza di studio per l'introduzione degli eurobond. Pioggia di vendite sui bancari - A fine giornata la capitalizzazione dei listini europei si è assottiliata di ulteriori 94 miliardi di euro (l'indice Stxe 600 ha perso l'1,57%). La capitalizzazione italiana è calata di 7,3 miliardi. Le vendite si sono concentrate ancora sui bancari. Unicredit ha chiuso in calo del 5,81%, Intesa del 5,35, Ubi del 4,29, in controtendenza Bpm che cresce del 3,20 per cento. Bene gli altri finanziari (Fonsai +2,57%, Generali +0,77). Pesante balzo all'indietro per Fiat, che lascia il 4,30%; Industrial fa anche peggio e arretra del 6,40% mentre Exor del 3,72 per cento. Continua la corsa al ribasso degli energetici: Eni -2,50%, Enel -2,16%, Saipem -2,60 per cento. Sempre tra gli energetici spicca Terna (+1,49%) e tiene Enel Green Power (-0,20%). Difficolta dall'apertura - La giornata europea, sorta sulle macerie della precedente, tragica, seduta, si era aperta con un tuffo verso il basso. L'Ftse Mib era passato da un calo dello 0,4% a uno di 3 punti nel giro di pochi minuti. Apertura in territorio negativo per tutti gli altri indici del Vecchio Continente, con Francoforte che scivolava del 3,5% e Parigi del 3,6. Londra limava le perdite all'1,11 per cento. Le vendite, in particolare, si concentravano sui bancari e sui petroliferi. A Milano raffica di sospensioni: stop per eccesso di volatilità a diversi bancari e a Fiat, che continuava a precipitare. A due ore dal via delle contrattazioni gli indici avevano consolidato le perdite, compreste tra i 2,1 punti percentuali di Londra ai 3,63 di Francoforte. Poi un leggero rimbalzo che dimezzava le flessioni. Quindi la nuova ricaduta e la successiva spinta arrivata dal rimbalzo di Wall Street. A circa 45 minuti dalla chiusura delle contrattazioni Milano perdeva l'1,26%, Parigi lo 0,11%, Francoforte lo 0,5 per cento. Cifre negative, però molto contenute rispetto a quelle registrate nelle ore precedenti. In chisura, in parallelo al tuffo verso il basso di Wall Street, l'altro scivolone. Per inciso, a mercati chiusi l'indice Dow Jones era ritornato in territorio negativo e perdeva lo 0,3 per cento. Jp Morgan: "Rischio recessione elevato" - New York aveva avviato la seduta in ribasso. Il Dow Jones perdeva in apertura lo 0,72%, il Nasdaq lo 0,42%, dati comunque meno negativi rispetto a quelli che erano stati preannunciati dai futures. A due ore dell'apertura di Wall Street, infatti i  futures sui listini americani segnavano forti ribassi: dell'1,78% sul Dow Jones e dell'1,96% sul Nasdaq. Dopo la campanella e i primi ribassi il rimbalzo della piazza statunitense, che è poi nuovamente tornata in territorio negativo. Jp Morgan, intanto, ha rivisto al ribasso le stime sul Pil degli Stati Uniti sull'ultimo trimestre dell'anno: il crollo è dal 2,5 all'1 per cento. Secondo gli analisti i rischi di recessione sono "chiaramente elevati", mentre le previsioni mostrano una crescita solo "moderatamente più debole" rispetto alle precedenti stime. La Ue pensa agli eurobond - La Ue, secondo quanto ha riportato l'agenzia economica Bloomberg, potrebbe a breve mettere a punto una bozza sull'emissione comune di eurobond, e presentare uno studio sulla fattibilità di titoli comuni. L'idea dei titoli di debito comunitari è stata svelata dal commissarrio Olli Rehn, che ha spiegato come "la Commissione si è offerta di presentare un report al Parlamento europeo e al Consiglio per mettere a punto un sistema di emissioni comuni". L'idea avanzata da Rehn va in direzione opposta rispetto a quanto prospettato da Angela Merkel e Nicolas Sarkozy nel vertice parigino dello scorso martedì. L'asse franco-tedesco aveva chiuso all'idea dei titoli di Stato comuni, bollati dalla Cancelliera come "l'ultima spiaggia. Non siamo a questo punto", aveva chiosato. La situazione, però, negli ultimi giorni è ulteriormente precipitata: la soluzione-eurobond caldeggiata da Giulio Tremonti prende piede. Galoppa il metallo giallo - In parallelo alla marcia al ribasso dei listini l'oro continuava a macinare record: a metà mattinata raggiungeva il massimo assoluto a 1.869 dollari l'oncia, in rialzo del 2,5% e del 57,2% negli ultimi 12 mesi. A fine giornata, sempre sulla piattaforma della Grande Mela, il metallo giallo si era assestato a 1.881 dollari l'oncia. Gli analisti scommettono sul giorno in cui verrà sfondata quota 1.900 dollari l'oncia. Listini asiatici - Nella notte anche le Borse asiatiche hanno subito il contraccolpo del giovedì europeo. Tutte hanno chiuso in calo: malissimo Seul, giù di 5,6 punti, Tokyo ne ha lasciati 2,11, Hong Kong 2,82.

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