Il Barca non molla niente: Napoli preso a pallonate

Andrea Tempestini

In ordine sparso: Mascherano, Messi, Abidal, Busquets, Pedro, Dani Alves. Sì, sono giocatori del Barcellona; no, non sono in campo. L’impressionante elenco è parte dell’iniziale panchina blaugrana nel 35° Trofeo Gamper, match extra-lusso giocato ieri al Nou Camp, dove l’invitato speciale è il Napoli di De Laurentiis, accomodato in tribuna d’onore in giacca crema, camicia azzurra e chewing gum. Mastica, Aurelio, forse immaginando in camiseta celeste i panchinari catalani. Non che la sua squadra sia da ridere: Ruiz, Fernandez, Britos (fuori dopo mezzora per sospetta frattura a un piede), arrivati per rinforzare la difesa; Inler a centrocampo, il trio d’attacco Cavani-Lavezzi-Hamisk ancora (per ora) al suo posto. Mastica Aurelio, anche quando l’ingeneroso arbitro annulla per millimetrico fuorigioco il gol di Cavani (che nella ripresa  andrà ancora a rete in off-side): rovesciata capolavoro dopo azione da maestri, manco l’Armada Invencible fosse quella di Mazzarri. Invece il sogno dura fino al 25’: azione da biliardo, Adriano serve l’assist a porta vuota per Fabregas e uno a zero. Cinque minuti, inserimento di  Keita, Iniesta lo vede e due a zero. Non si spengono tuttavia i 10mila  entusiasti tifosi napoletani arrivati al Nou Camp, e fino a metà secondo tempo non si scompone neanche la banda Mazzarri: poi crolla dopo le scorribande di Villa e Fabregas e Pedro (in gol dopo due pali, vanificando il miracolo di De Santis sulla punizione di Messi) che sfiorano altre reti «da orgasmo», come le ha mirabilmente descritte De Laurentiis. Il mister partenopeo l’ha preparata al meglio ma anche lui sperimenta dal vivo l’inattaccabilità del sistema-Pep: tutti attaccanti, tutti difensori, giovani che sembrano veterani, sempre due/tre soluzioni di passaggio. Che costringono a correre tantissimo per non scoprirsi, altrimenti l’errore è sistematicamente punito. Certo, di Barça nel mondo ce n’è uno solo, e la sconfitta naturalmente in preventivo sarà una lezione fruttuosa; è servito ai partenopei a respirare l’aria della Champions e a lanciare un messaggio alle pretendenti allo scudetto: almeno per l’Italia, il Napoli c’è anche quest’anno. di Tommaso Lorenzini