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Cervelloni Veltroni vuole sconfiggere la crisi Risultato? La scoperta dell'acqua calda

La ricetta del prof. Walter: una banalità dietro l'altra. Se cominciate a temere sul serio per il vostro futuro, fate benissimo

Costanza Signorelli
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Oggi ci tocca, e vi tocca, un compito ingrato: parlare di ciò che scrive Walter Veltroni. Voi direte: e chi se ne frega di Walteruccio l'americano, appassionato di cinema e anche di politica. Purtroppo, ce ne deve fregare perché Walteruccio, nonostante tutto, è una delle teste pensanti della sinistra e della nostra politica. Terra terra: il nostro futuro dipende anche da lui e dagli uomini come lui. E allora è giusto capire fino a che punto stiamo inguaiati. Veltroni ha scritto una lettera a Repubblica, che gentilmente gliel'ha pubblicata. È  la summa del suo pensiero politico e al tempo stesso la ricetta che l'esimio prof. Walter ci regala per salvare l'Italia dalla crisi. Il bazar della manovra si arricchisce di un contributo fondamentale. Proposta numero uno di Walter Veltroni: un patto del lavoro che metta fine alla precarietà e aumenti la produttività. Numero due: riforma fiscale contro l'evasione in modo tale da "pagare tutti, pagare meno". Tre: basta con la presenza dei partiti nella Rai e nelle aziende locali. Numero quattro: riformare davvero la giustizia per avere processi più rapidi e meno carcere. Ma che cavolo: politico, giornalista, scrittore, autore di una trentina fra saggi e opere di narrativa, ex segretario del Pd, candidato premier per il centrosinistra, sindaco di Roma per due volte, vicepresidente del Consiglio, ministro dei Beni culturali e pure Ufficiale della Legion d'onore e Cavaliere di Gran Croce. E se avesse parlato Gualtierino il pizzicarolo sarebbe stata la stessa cosa, esclusa la pagina intera su Repubblica con partenza dalla prima. Signori, benvenuti nell'empireo italiano, il più alto dei nostri cieli, luogo di cervelloni e scienziati della politica, pensatori raffinati e statisti. E se cominciate a temere sul serio per il vostro futuro fate benissimo: purtroppo, è tutto vero, tutto scritto su Repubblica, una banalità dietro l'altra, luoghi comuni, ovvietà politiche ed economiche. Il tutto come se fosse frutto di un elevato ragionamento. E forse lo è: elevato relativamente alle altezze veltroniane, che purtroppo sono quelle di buona parte della nostra classe dirigente perché, se così non fosse, oggi Walteruccio farebbe l0'usciere della sede del Pd, non il dirigente del Pd. La solita storiella - Dice Veltroni: "Destra e sinistra non sono due invenzioni, due collocazioni geografiche. Sono un insieme di sensibilità e di aspirazioni". E noi fessi e ignoranti che non lo sapevamo. Dice che il mondo cambia, che mutano i modi di pensare e di agire e che la politica arranca. La politica, però, mica lui. Fateci caso: i nostri politici sanno sempre tutto, intuiscono, ragionano, pensano al bene comune, progettano. Ma la politica non li segue, la politica arranca. Esiste la politica, evidentemente fatta da dementi o psicopatici. E poi esistono i politici, che a questo punto non si sa bene cosa facciano. Forse si occupano di cinema. Dice ancora Veltroni: "Occorre proporre al paese una autentica rivoluzione democratica. Il cui primo passo è la riduzione del macigno del debito pubblico». Avete visto? Il debito pubblico esiste sul serio, mica era un0'invenzione vostra o della Bce. Qualche altra perla veltroniana: "Bisogna ridare al nostro paese, stanco e sfiduciato, il desiderio di ricominciare ad investire e a creare". Si spera non scrivendo più articoli del genere ma facendo proposte concrete e dandosi concretamente da fare. "Contributo per tre anni da parte dei più ricchi per abbattere il debito pubblico e liberare risorse": insomma, la patrimoniale. C'è arrivato anche lui. «Parlamentari dimezzati": la solita storiella che ci raccontano da dieci anni. "Fine delle scandalose retribuzioni e liquidazioni di manager pubblici e privati": idem come sopra. "Lotta contro ogni forma di corruzione e contro quei poteri criminali che irrompono tra le maglie di una crisi economica forte e di uno Stato debole". Ammettiamolo, è una bella frase, linguaggio quasi cinematografico, che procede per fotogrammi. Quali sono questi poteri criminali? Come lottarli? Come spazzarli via?  Non importa. La frase è bella. Una foto che parla - Vi risparmiamo il resto del Walteruccio-pensiero, però vi assicuriamo che il tono è sempre questo: cinque colonne di pesantissimo piombo di una leggerezza unica, con molte citazioni per sorreggere un pensiero evidentemente troppo debole per star su da solo e con una lunghissima autocitazione, perché qualcuno deve anche ricordarsi di ciò che dice e scrive Walter Veltroni. Dimenticavamo di aggiungere: l'illuminante lettera di Walter Veltroni è accompagnata da una foto dell'ex segretario del Pd. Walteruccio pende leggermente sul lato destro, la mano sinistra alzata come a voler controbilanciare un'imminente caduta, gli occhi semichiusi, l'espressione tranquilla, sognante. Dategli un caffè, si sta addormentando, dopo averci fatto sprofondare nell'incubo dell'empireo italiano. P.S. Vorremmo proporre un gioco ai lettori, quelli che, in ferie, non hanno molto da fare: scrivete una chilometrica lettera del genere, riempitela di considerazioni ovvie, citate Lama e Trentin e anche Olof Palme, mettete tutto in una busta e inviate a Repubblica. Chissà, forse potete aspirare a diventare vicepresidenti del Consiglio e segretari del Pd. di Mattias Mainiero

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