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Il dibattito sul fisco in piazza Vota il sondaggio di Libero

Libero lancia il confronto su misura contro l'evasione. Maglie è contraria: delazione non serve. Paragone favorevole alla trasparenza

Andrea Tempestini
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La stretta sull'evasione fiscale potrebbe costringere il Governo a porre degli emendamenti simili all'iniziativa del 2005 di Vincenzo Visco. Nella nuova manovra, infatti, comparirebbero delle modifiche che obbligheranno la pubblicazione dei redditi degli italiani. A occuparsene sarebbero i Comuni, che, contando sulle soffiate di qualche concittadino potrebbero recuperare parte dell'imponibile evaso. Gli emendamenti dovrebbero alzare di molto il premio sul gettito recuperato dai sindaci all'evasione nel proprio territorio. Oggi l'incasso è del 50%, ma la percentuale potrebbe aumentare. Sulle pagine di Libero prosegue il dibattito su quest'ipotesi. Maria Giovanna Maglie è contraria: "La delazione non serve. Pagano solo i pesci piccoli". E' favorevole, al contrario, Gianluigi Paragone: "La trasparenza è sacrosanta. Gli onesti non hanno paura". Voi cosa ne pensate? Votate il nostro sondaggio. Segue il commento di Maria Giovanna Maglie. Istruzioni per un governo più confuso che persuaso si dispensano come sempre non richieste, ma stavolta, se fosse vero e non già smentito domani che vi accingete a rendere pubbliche le dichiarazioni dei redditi, affinché i pentiti anonimi, gli invidiosi, i mitomani, gli stronzi, dei quali ogni paese abbonda ma dei quali nel nostro Paese si coltiva con amore il lievito madre, si sentano investiti d'autorità, le istruzioni sono accompagnate dall'ultima dose residua di fastidio. Come dicono sugli aerei i burloni di cattivo gusto, prepararsi al peggio e passaporti in bocca. Se da qualche mese fate ammuina, in un gioco sfolgorante di decisioni solenni dimenticate il giorno seguente, di smentite e auto smentite, di canotte esibite su toraci forse un tempo lontano villosi, oggi bisognosi di riposo e niente sigari soprattutto dopo il calar del sole, di diete tisanorreiche che meno male che quattro chili li abbiamo buttati giù che sennò si finiva come la Grecia; se con le pensioni ci giocate a palla e l'Iva è quella che veniva da Ligonchio a cantare, se alla sola parola liberalizzazioni avete visto rosso, se non siete in grado di fornire una immagine di dignità e forza a quelle sanguisughe capitanate dalla signora Camusso, se vi hanno salvato il collo stavolta solo il fatto incontrovertibile che nessuno vorrebbe essere al vostro posto in questo Paese impossibile, e il fatto ancora non detto che stavolta anche il glorioso e incorruttibile Partito Democratico sta nel tritacarne, ebbene allora  dovete sacrificare quel simulacro che vi era rimasto di liberale, fare la faccia feroce e inventarvi liste di pubblica proscrizione. STRADA MAESTRA? Si obietta giustamente(rispondo a Pansa che stimo senza riserve, altri giornalisti liberali a giorni, copie vendute e giramenti di palle alterne, preferisco non considerarli sapendomi ricambiata) che brucia non poco constatare per chi paga fino all'ultimo cent quanto alta sia la quota di evasori e la cifra evasa. Ma davvero è la delazione la strada maestra? Intanto non sono i pesci piccoli a sfuggire, quelli, vedere il documento della Corte dei Conti, anche quando ci provano poi pagano, sono i grossi che dislocano, falliscono, scompaiono, se ne fregano; intanto nessun Paese può lamentarsi dell'evasione se il fisco che applica è tanto iniquo e volgare, perché se le aliquote diventassero ragionevoli e le spese fossero deducibili previa presentazione di pezzo di carta, e a tutti servisse veramente quel pezzo di carta invece di pesarci inutilmente nelle tasche, in due secondi il problema sarebbe risolto, o no? CHOC IN PAESE Ma soprattutto immaginatevi l'effetto di una dichiarazione pubblica in un piccolo centro, in qualunque area della nazione. Eccolo il ragioniere con il Suv, come lo giustifica, io che ho la Panda del 98, giù una bella telefonata. Magari il ragioniere è così fesso che mangia patate del suo orticello e calza pantaloni del mercatino pur di pagarsi quella stupida automobile potente e sentirsi anche lui potente, ma finisce alla gogna, anche perché mi toglie lavoro. E la signora Rita? È maestra elementare, il pomeriggio con cosa arrotonda per permettersi quell'Armani? Magari è una copia, magari glielo ha regalato l'amante e sarà libera di averne uno o più, magari la signora ha risparmiato un anno perché la vanità è donna, ma è meglio assicurarsi con una bella spiata, anche perché io sono precaria. Se poi e per fortuna le migliaia, decine di migliaia, di denunce del Tribunale Rivoluzionario del Guadagno Sospetto dovessero finire nel nulla, che ce ne importa a noi? Abbiamo sprecato un altro po' di denaro pubblico in sterili indagini, i grandi evasori se la ridono, gli accusati si leccheranno le ferite dell'onore perduto, il nostro sfortunato Paese, che educazione civica non ne conosce perché quella si impara con il rispetto dell'individuo non con le trombonate dei Centocinquantanni, diventa un po' più stupido e belluino. CHE BRUTTA FINE Che fine sciagurata per chi votò aspettandosi finalmente le riforme liberali! Mi consolano un po' le risposte al sondaggio e i commenti esterrefatti dei lettori di Libero sul sito web. Quelli che nel governo hanno partorito questo orrore solo per buttare un po' di carne cruda in pasto ai sudditi mi fanno schifo. di Maria Giovanna Maglie

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