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E il ministro massacra i 'furbetti'

Maxiemendamento, Tremonti punta tutto sulla lotta fiscale: redditi on-line, abolita la supertassa, no modifiche a Iva e pensioni

Andrea Tempestini
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Puntata secca: lotta all'evasione. Per riscrivere la manovra bis sui conti  pubblici, il governo si gioca tutto (o quasi) sul contrasto ai furbetti delle tasse. Il contributo di solidarietà, il taglio delle province (rinviato a un disegno di legge costituzionale) e la riduzione dei trasferimenti ai comuni verranno rimpiazzati unicamente con il giro di vite sull'evasione fiscale:  dalla possibilità per i comuni di pubblicare i redditi on line all'arresto immediato per chi evade più di 3 milioni di euro. Agli enti locali, poi, verrebbe destinato tutto il ricavato della Robin Hood Tax. Dopo giorni di tensione e impasse nella maggioranza, il governo ieri ha introdotto le modifiche alla manovra  di Ferragosto.   Confermato il ritiro della norma sulle pensioni, che avrebbe inciso sul riscatto degli anni dell'università e del servizio militare. Tra le altre novità, il riordino degli uffici giudiziari e l'incompatibilità per tutti i parlamentari (anche europei) con altre cariche. Gli emendamenti presentati dall'esecutivo a palazzo Madama sono  a saldi «assolutamente invariati» come ha sottolineato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. No di Confindustria. Non è della stessa idea  Confindustria, che ha bocciato il pacchetto: «Non c'è certezza» sui saldi ed è «debole» e «inadeguato».  Gli industriali non hanno risparmiato le critiche che, prese tutte insieme, sembrano una sentenza. «A quasi un mese di distanza dal monito della Bce, la manovra che si sta faticosamente profilando appare debole e inadeguata». Una sentenza accompagnata da motivazioni circostanziate: «Mancano le misure strutturali. La manovra è squilibrata sulle entrate e non contiene misure adeguate per la crescita».  Saldi invariati. Fatto sta che il conto finale resta a 45,5 miliardi di euro, da sommare ai 47,8 della manovra di luglio. Una supermontagna di quattrini (93,3 miliardi in tutto) costruita senza  il paventato rincaro dell'Iva.  Il ricorso a  un aumento dell'imposta sui consumi per il momento non c'è. Rimane comunque una sorta di «clausola di salvaguardia», un rimedio estremo da far scattare se le finanze pubbliche fossero in alto mare. Comuni. Tra quelli che hanno buone ragioni per festeggiare ci sono senza dubbio i sindaci. L'esecutivo di Silvio Berlusconi ha ammorbidito la sforbiciata ai comuni di un paio di miliardi,  destinando alle amministrazioni territoriali il ricavato della Robin Hood Tax sul settore energetico.0Non solo. Fino al 2014, ai comuni saranno destinati al 100% i frutti della lotta all'evasione ottenuti con la loro collaborazione. Introdotti per i sindaci anche nuovi strumenti per contrastare l'evasione, come la possibilità di pubblicare le dichiarazioni dei redditi dei propri concittadini. Province. È saltato pure il riordino delle province, che sarà rimandato a un disegno di legge costituzionale, come deciso lunedì nell'intesa di Arcore, mentre per i piccoli comuni l'obbligo all'accorpamento delle funzioni scatterà dalla prima scadenza elettorale successiva al 13 agosto 2012.   Lotta all'evasione. Numerosi, come accennato, gli strumenti e i deterrenti per combattere l'evasione fiscale. Dall'inasprimento delle pene (fino al carcere per chi supera i 3 milioni di euro di imposte evase o non versate) all'obbligo di dichiarare le banche con cui si hanno rapporti; l'agenzia delle Entrate, insieme agli istituti di credito, potrà stilare la lista nera dei contribuenti da controllare. Basta contante. Le imprese e gli esercizi che utilizzano «strumenti di pagamento diversi dal contante» potranno avere uno  sconto del 50% sulle sanzioni, in caso di violazione delle dichiarazioni Irpef, dichiarazioni Iva e violazioni degli obblighi relativi alla documentazione registrazione e individuazione delle operazioni soggette a imposta sul valore aggiunto. Tutte misure che puntano ad aumentare la tracciabilità dei pagamenti e a scongiurare l'utilizzo delle scatole cinesi. Si interviene anche sulle società di comodo (usate per mascherare beni di lusso), con una maggiorazione dell'Ires del 10,5%. Entra poi nel redditometro la «concessione in godimento» di beni delle imprese a «soci e familiari». Cooperative. Fa capolino nella manovra, poi, il taglio alle dibattute agevolazioni delle coop:  aumenta, a esempio, dal 30 al 40% il peso degli utili nella formazione del reddito. Interventi, quelli inseriti ieri, che dovrebbe bastare a compensare il   venire meno del contributo di solidarietà. Salvi, dunque, i manager privati mentre per dipendenti pubblici e pensionati rivivono le vecchie norme che prevedono sempre un taglio degli stipendi del 5% oltre i 90.000 euro e del 10% oltre i 150.000 euro. Dubbi sul  gettito. Resta qualche perplessità nel merito  delle misure proposte dal governo, con il  fulcro degli interventi che è diventato, in buona sostanza, il pacchetto fiscale. C'è da chiedersi, in effetti, se puntare tutto sulla lotta all'evasione  (che ha incassi incerti per definizione) non rischi di trasformare la salvaguardia dei conti pubblici in un gioco d'azzardo. di Francesco De Dominicis

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