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Al Festival Madonna che boiata Tutti basiti dal suo ultimo film

La pop star presente alla kermesse come regista. In scena la biografia di Wallis Simpson: un pasticcio con inesattezze storiche

Costanza Signorelli
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Parodiando una famosa partita, e il titolo di un film, si potrebbe dire Madonna batte Clooney quattro a tre. È arrivata al Lido preceduta da un'ondata di suspence, cinque alberghi prenotati anziché uno per depistare i fotografi, conferenza stampa da stadio, pressbook negato sino all'ultimo momento ai giornalisti perché altrimenti chissà cosa avremmo spiato. Fuga di notizie? Esagerata, la storia di Edoardo principe di Galles (a lui dobbiamo il lancio del famosissimo tessuto), divenuto re con il nome di Edoardo VIII, detto familiarmente Davide in famiglia, e dalle amanti, la conosciamo tutti. Rinunciò al trono per amore (ufficialmente, ma forse pesò la politica internazionale) e sposare così la pluridivorziata americana Wallis Simpson. Insieme, condivisero il titolo di duchi di Windsor, gioia e dannazione per la nascente arte del gossip pre e post bellico. Da qui le iniziali che danno il titolo al film di Madonna, W.E., regista con il panico da plagio: l'ansia era già iniziata, parole sue, quando aveva cominciato a strutturare il film (le ricerche storiche e iconografiche sono durate tre anni) e uscì Il discorso del re, divenuto un caso, storia del fratello cadetto e balbuziente di Edoardo, quel tale Bertie divenuto re con il nome di Giorgio VI e padre di Elisabetta II. Lei pensò che l'idea fosse bruciata, invece spianò la strada alla conoscenza dei casi reali per chi si fermava a Lady Diana. Al fatto storico, la director Veronica Ciccone ha aggiunto una trama parallela: nel film conosciamo le vicende relative a Edoardo VIII (l'elegante James D'Arcy) e Wallis Simpson (Andrea Riseborough) attraverso l'immaginario di Wally Winthrop (Abbie Cornish), una giovane donna che da sempre si identifica in lei. Wallis aveva avuto due mariti: il primo, ufficiale a Shangai, la picchiava con tale violenza da procurarle un aborto; il secondo, il docile Simpson, chinò il capo di fronte al volere di sua maestà britannica, che allora era anche imperatore. Wally, burrosa ragazza d'oggi (somiglia un po' alla rifatta Nina Moric), ha un destino simile: impiegata da Sotheby's, rinuncia alla carriera per sposare un medico ubriacone, violento e fedifrago. E cerca invano di restare incinta. Nei momenti di depressione, appare il fantasma della duchessa, che le fornisce consigli sull'amore e sull'abbigliamento. Risultato: un film elegante, a momenti barocco, con una carrellata di gioielli da capogiro e location su mete vip. Da Londra alla Costa Azzurra a Portofino. Sempre le stesse. Dice Madonna, seguita dal suo cast adorante, pronto a giurare che la regista faceva solo quello che volevano loro, che ha voluto dimostrare l'eterna forza dell'amore, il valore della maternità per una donna, e anche ammettere, con dolce umiltà (cara semplice ragazza, quanto ha imparato da due ex mariti registi, Sean Penn e Guy Ritchie. Ha anche voluto difendere, armi in pugno, la teoria della persecuzione di famiglia nei confronti di Edoardo-Davide accusato di filo nazismo anche grazie alle simpatie di Wallis: infatti  Madonna "disegna" il fratello Bertie come una specie di minorato psichico, e la moglie Elizabeth (poi conosciuta come regina madre, bisnonna del principe ereditario William) come un'arrivista spietata che impedì persino ai due fratelli di comunicare fra loro. Dimenticando che molti storici  pensano il contrario: Edoardo avrebbe nutrito un'autentica simpatia  per il Terzo Reich. Dopotutto, sempre di sassoni si parla: tedeschi e inglesi sono un po' cugini.   di Bruna Magi

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