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Chavez prega per Gheddafi "Che Allah lo proteggga"

Il dittatore venezuelano: "Non so dove sia, in Libia si rischia guerra permanente". Intanto la Russia tratta coi ribelli sul petrolio

Giulio Bucchi
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Una preghiera per Muammar, firmata da uno dei dittatori più emotivamente coinvolti dalla guerra di Libia. Hugo Chavez, padre padrone del Venezuela e grande amico di Gheddafi, spiega di non sapere dove sia il Raìs: "Probabilmente è nel deserto. Che Allah protegga lui e tutta la Libia". Quindi l'avvertimento a Stati Uniti e Nato: "In Libia potrebbe iniziare un conflitto prolungato come in Iraq o in Afghanistan". Usa e Nato accusati, tra l'altro, di "volersi spartire la torta" del petrolio ("E' questo quello che cercano") e di "dominare l'Africa": "Sostenendo di voler proteggere la popolazione civile, bombardano la popolazione civile". Grandi manovre - Rimane, però, l'alone di mistero sul destino di Gheddafi. Venerdì sera il Colonnello ha diffuso un altro messaggio audio ai suoi, incitando a "uccidere  ogni nemico, libico o straniero", in una guerriglia urbana permanente. Ma su dove sia, come ammette il suo amico Chavez, è buio pesto. Nel frattempo, i ribelli stanno costruendo il "loro" nuovo Paese. Mentre circa 200 veicoli da combattimento degli insorti sono in viaggio verso Bani Walid per espugnare uno degli ultimi bastioni lealisti, il numero due del Cnt libico Mahmoud Jibril è stato in Tunisia per incontrare in visita ufficiale il primo ministro tunisino. Il Paese confinante ospita circa 100mila profughi libici. E se anche la Russia ha invitato a Mosca membri del Cnt per "parlare di petrolio", significa che il dopo-Gheddafi è già iniziato.

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