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Meredith, si torna in aula Kercher: "Vogliamo verità"

Riprende il processo Knox e Sollecito. Interrogatorio dei periti della corte. I famigliari: "Non sia morta invano"

Costanza Signorelli
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Riparte oggi, dopo la pausa estiva, il processo d'appello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati in primo grado a 26 e 25 anni di reclusione per l'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Il primo appuntamento, lunedì mattina, è stato l'interrogatorio dei periti della Corte, Stefano Conti e Carla Vecchiotti, ad opera degli avvocati di parte civile Francesco Maresca e Serena Perna. A seguire verranno ascoltati tutti i  consulenti scientifici di parte a partire probabilmente dalla dottoressa Patrizia Stefanoni della polizia scientifica. Sono previste udienze per tutta la settimana. "Risultati inattendibili" - I due professori dell'università La Sapienza di Roma, con la loro perizia genetica, richiesta dalle difese dei due imputati, avevano messo in dubbio il lavoro della polizia scientifica, giudicando i risultati "inaccettabili". In particolare, sulla base della richiesta della corte d'Assise d'Appello di Perugia, le loro analisi ed il loro giudizio aveva riguardato il gancetto del reggiseno su cui venne isolato il dna di Raffaele Sollecito e il coltello che, in primo grado, era stato riconosciuto come l'arma del delitto. Su quest'ultimo, la polizia scientifica aveva isolato il dna di Amanda Knox sul manico e quello di Meredith sulla lama. Risultati che, secondo i due professori de La Sapienza, potrebbero essere frutto di contaminazione, quindi sono da ritenersi inattendibili. Il coltello - Per quanto riguarda il coltello, il perito Carla Vecchiotti, rispondendo a una domanda dell'avvocato Maresca, ha ribadito, durante l'interrogatorio odierno, l'inattendibilità dei risultati degli esami fatti dalla scientifica. Due i motivi sostanziali. Anzitutto "il profilo presente sulla lama, con l'interpretazione dei picchi, così come fornita dalla scientifica ovvero sotto la soglia, può appartenere a Meredith Kercher" ma "i livelli presi in esame non sono da considerare attendibili". Inoltre, secondo l'esperta "manca la ripetibilità del dato" che "è un elemento indispensabile" Il gancetto del reggiseno - Nella traccia mista di Dna isolata sul gancetto di reggiseno di Meredith Kercher si può ipotizzare la presenza di diversi genotipi, tra cui anche quello della dottoressa Carla Vecchiotti. A riferirlo è stata la stessa esperta durante la deposizione al processo: "Io sono presente con ben nove loci nella traccia mista rilevata sul gancetto", ha spiegato. Gli esperti avevano sostenuto che la traccia sul gancetto fo composta dal Dna di più soggetti. Uno è "sicuramente", è stato spiegato, quello della studentessa. Per gli altri, invece, possono essere ricostruiti i profili genetici di più persone: Raffaele Sollecito, ad esempio, ma anche la stessa professoressa Vecchiotti. La lettera dei familiari - Intanto la famiglia di Meredith chiede che venga "fatta giustizia" attraverso una lettera trasmessa al proprio legale, Francesco Maresca: "In mezzo a tutta la frenesia dei media, Meredith è stata dimenticata, non è più qui con noi, ebbene tutto ciò dovrebbe essere per lei e per capire che cosa è realmente accaduto quella tragica notte". Sono queste le parole con cui Stephanie Kercher piange la sorella scomparsa ed esige la verità sulla sua morte. " Noi non l'abbiamo  dimenticata - continua la missiva - e continueremo la nostra lotta perchè giustizia sia fatta. Per favore non lasciate che Meredith sia morta invano, il suo   coraggio e forza continuano a lottare e noi cercheremo giustizia affinchè lei possa riposare in pace". Così Stephanie Kercher conclude la sua lettera ai legali. Parole di affetto per Meredith ma anche parole di amarezza e perplessità su quanto sta accadendo: "Siamo rimasti in attesa con ansia e con grande turbamento - si  legge nella missiva - per le voci diffuse sui risultati delle prove   originali del dna. E' estremamente difficile comprendere come le prove che erano state acquisite con cura e presentate nel processo di primo grado come valide possano rischiare adesso di diventare irrilevanti".   

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