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Senato approva la manovra per convincere l'Europa

Voto di fiducia a Palazzo Madama: 165 sì, 141 no, 3 astenuti. Entro sabato il via libera alla Camera al pacchetto da 54,2 miliardi / Leggi il testo completo

Giulio Bucchi
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Una manovra da 54,2 miliardi. E' questa l'entità del pacchetto previsto dal governo che ha ricevuto la fiducia del Senato: i 'sì' sono stati 165, i 'no' 141 mentre le astensioni si sono fermate a 3. Il voto sul testo è arrivato alle 20,15 dopo le dichiarazioni dei capigruppo dei partiti. Entro sabato è previsto il definitivo via libera alla Camera: lo ha reso noto la realzione tecnica al maxiemendamento esaminato a Palazzo Madama. L'obiettivo è raggiungere il pareggio di bilancio chiesto dall'Europa entro il 2013. Il maxiemendamento al Senato: leggi il testo Pdl e Lega Nord - Nel corso delle dichiarazioni di voto - interrotte per due volte da Renato Schifani, che ha richiamato gli onorevoli a un comportamento dignitoso -, il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, si è scagliato contro le critiche delle opposizioni: "Il partito dei 'no' blocca l'Italia, mentre questa manovra serve a crescita e sviluppo. Vogliamo difendere la democrazia - ha aggiunto -, non come qualche banchiere che ha messo a repentaglio i soldi dei risparmiatori". Federico Bricolo, della Lega Nord, ha sottolineato come "oggi la Padania soffre per colpe non sue e non è più in gredo di reggere. Il Nord non è più disposto a pagare per gli altri, e così sarà con la norma in costituzione che impone il pareggio di bilancio e con il federalismo. Se a Napoli non saranno in grado di raccogliere i rifiuti non ci penseremo più noi. Il Paese - ha aggiunto mentre l'opposizione contestava rumorosamente - non si salva cantando Bella ciao...". Le opposizioni - Secondo il vicecapogruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda, "i governi europei, le opinioni pubbliche, i mercati, i grandi banchieri internazionali, conoscono i comportamenti e la natura di Berlusconi. Sanno che le sue follie sono un pericolo per l'Europa ed hanno deciso di opporsi come possono a questo disastro". L'Idv, con Felice Belisario, ha annunciato che "con orgoglio voteremo ancora una volta no ma sappiamo che è una delle ultime volte perchè andrete presto a casa". Secondo il Senatore dipietrista il governo "vuole curare un malato che si trova sotto la tenda ad ossigeno con l'aspirina". Duro anche l'intervento di Francesco Rutelli, il leader dell'Api che ha parlato in rappresentanza del suo partito, dell'Udc e di Fli: "Il governo vuole nascondere agli italiani che con questa manovra si chiude definitivamente la lunga stagione delle vostre promesse sul taglio delle tasse. E' tutto finito per sempre. Il governo Berlusconi - ha ribadito - ha fatto ricorso a un diluvio di nuove tasse. Questo è il fallimento conclusivo del vostro governo".Numeri e condono - Come annunciato dal relatore Antonio Azzolini, la manovra-bis riduce il deficit per 4,342 miliardi di euro nel 2012, 4,399 nel 2013 e 4,389 nel 2014. Nel 2011 invece l'impatto sull'indebitamento netto è di 700 milioni. Quasi tutto il gettito aggiuntivo arriva dal ritocco dell'aliquota Iva dal 20 al 21 per cento. L'introito netto per la finanza pubblica del contributo di solidarietà ammonterà a 53,8 milioni di euro per il 2012 e di 144,2 nei successivi due anni. L'ammontare annuo del contributo ammonterà a 269 milioni di euro annui. Ma il gettito netto diminuisce a causa della deducibilità. Per questo motivo è previsto un minor gettito sia sull'Irpef (210 milioni nel 2012 e 120 entro il 2014) sia sulle addizionali regionale (meno 3,6 milioni) e comunale (1,2 milioni). Quanto all'Iva, l'innalzamento di un punto dell'aliquota (dal 20 al 21%) porterà un maggiore gettito di 700 milioni di euro nel 2011 e di 4.236 dal 2012. Il condono del 2002 - Nel maxiemendamento al Senato è previsto inoltre che "per i soggetti che hanno aderito al condono di cui alla legge 27 dicembre 2002, n. 289, i termini per l'accertamento ai fini dell'imposta sul valore aggiunto pendenti al 31 dicembre 2011 sono prorogati di un anno". Evasori in carcere - Il sottosegretario all'Economia, Antonio Gentile, in aula al Senato ha comunicato quelli che ha definito gli "aggiustamenti formali" al maxiemendamento. Nel dettaglio, spicca la riformulazione della norma che prevede il carcere per gli evasori fiscali. Rimane il doppio paletto, ovvero la sospensione condizionale non trova applicazione, e dunque scatta subito il carcere quanto "congiuntamente" l'imposta evasa supera i 3 milioni di euro e l'ammontare è superiore al 30% del fvolumer d'affari per i reati più gravi. Invece viene cancellata la misura che prevedeva le manette subito per i reati meno gravi - omesso versamento di ritenute certificate; omesso versamento di Iva mentre l'indebita compensazione resta - per la sola condizioni dei 3 milioni evasi.

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