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...risposta Maglie: "Sogno ancora un premier che si ribelli e cambi questo Paese di m...."

"Una rivoluzione fasulla l'ho già vista. Invitare la gente alla rivolta è sbagliato. E non ci sono alternative"

Andrea Tempestini
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Giampaolo Pansa è stufo e sogna una rivolta contro Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Maria Giovanna Maglie, al contrario, sogna ancora un Cavaliere che si ribelli a questo Paese di m... Voi con chi state? Partecipate al nostro sondaggio. Sarà che una rivoluzione fasulla di quelle che “via il bambino con l'acqua sporca” l'ho già vista e ci ho quasi rimesso la pelle, perché, caro Maestro Pansa, all'invidia lasciata a briglia sciolta seguono sempre calunnia e delazione, si tratti di redditi sbattuti in prima pagina o di vendette sommarie di fine repubblica, e se inviti alla rivolta, preparati al peggio; sarà che se non si vedono alternative, non capisco bene chi e perché venga chiamato a prendersi il posto dello stanco numero 1; sarà che vorrà pur dire qualcosa se il centro destra e i suoi leader fanno acqua, ma Bersani sembra un fumetto pubblicitario delle vecchie coop, e tutti quelli del centro sinistra come alternativa credibile di governo si propongono di accodarsi alla nostra nuova pasionaria, Bellicapelli Camusso, e chi la capisce è bravo; sarà che, avendo ancora e per fortuna parecchi anni di meno dei vecchiardi di cui qui si chiede la testa, voglio ostinatamente rivendicare che giovani non basta, si vedano Fini o Letta o Veltroni o Franceschini, ma che un po' di coerenza richiede a chi pretenda la testa dei suddetti vecchiardi di non invocare come motore primo del cambiamento sotto forma di governo tecnico nientemeno che Giorgio Napolitano, anni 86 felicemente suonati, molti dei quali, sia detto senza cattiveria, trascorsi serenamente da comunista, ad aspettare che la storia seppellisse il comunismo per smettere di esserlo senza neanche un frizzo di autocritica, nessuno gliene ha mai chiesto conto, eppure sarà peggio delle mignotte di Bari, o no?; sarà infine che il vezzo italiano  a tutti comune del “piove governo ladro” mi ha veramente rotto le scatole e sento profondamente che di questi mediocri siamo elettori e responsabili, e dovremmo prendercela la responsabilità, indovinare azioni positive, disturbarli, incalzarli, invece di stare là come delle amebe a subire qualunque cosa e poi risvegliarci al'improvviso a suon di monetine, piazzali Loreto, ire funeste sulla casta, intanto che andiamo a fare la spesa in orario di lavoro e ci facciamo fare il certificato medico fasullo. LO SCETTICISMO Sarà tutto questo a farmi essere tanto scettica quando sento scrivere e parlare della necessità di mandare a casa a calci i nostri governanti, e non perché mi piacciano, al contrario, disistimo e disprezzo perfino una buona parte di loro, e giudico di pessimo livello la composizione complessiva dell'attuale Parlamento. Sono contraria alla legge elettorale vigente, ma non mi dimentico quel che mi spiegò il grande Cossiga: «Maria Giovanna, è la stessa legge fatta per la Regione Toscana, Fassino e Berlusconi si sono messi d'accordo di eleggere la servitù, chi ne ha di più governa», perciò diffido di chi oggi mena tanto scandalo su quella legge che ha fatto comodo a tutti i galli del pollaio. Non mi straccio certo le vesti a difendere Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, ma voglio ragionare. Intanto non sono sullo stesso piano, uno ha il compito spesso impossibile di tenere in piedi l'accordo con la Lega indispensabile alla sopravvivenza dell'esecutivo, l'altro sempre più spesso si mette a fare il guastatore, e non sappiamo nemmeno se lo fa di sua iniziativa o su commissione di quel famoso cerchio magico di figli, mogli, badanti, che sta diventando una cosa grottesca. Al primo non vedo un' alternativa interna al Pdl, mi si facciano i nomi e sul serio, non per scherzare, c'erano due delfini i cui cognomi finivano per “ini”, la verità è che non hanno avuto pazienza, non hanno saputo aspettare, con una differenza, uno è un furbone l'altro un traditore, uno esiste sia pur a fatica  e mal circondato in politica, l'altro raccoglie stelle marine da fondali proibiti, e i suoi fedelissimi o corteggiano Di Pietro o Sabina Began. Al secondo invece lo vedo pronto il successore, si chiama Roberto Maroni, e se fosse vero che in fondo è un antiberlusconiano, pazienza, non sarà il primo, pensate che la governatrice del Lazio per grazia berlusconiana ricevuta ha ritenuto di insultare l'opposizione dicendo loro «siete berlusconiani», certo è più intelligente di tutti gli altri, si decida a dar battaglia e parli chiaro, magari ci spiegherà che cosa è successo alla Lega negli ultimi mesi, perché a noi comuni osservatori l'involuzione appare spaventosa. La pantomima della manovra è stata orribile, diciamoci la verità, soprattutto perché tutto è stato fatto in pubblico, le stronzate, i ripensamenti, le ripicche, gli errori. Certo, nessuna manovra che pretenda follemente e all'improvviso il pareggio di bilancio è indolore, certo il Berlusca non lo vediamo e sentiamo sul serio da un mese, e bene farebbe prima o poi a spiegarci perché se non è d'accordo non caccia i ministri che non stima più. LA GOGNA FISCALE La gogna fiscale l'ha tolta, lo ringrazio, ma poteva essere più chiaro prima che si scatenasse il casino. La persecuzione giudiziaria lo azzoppa, lo ammetto, ma i suoi vizi privati sono stati consegnati nelle mani di troppi delinquenti. La rivoluzione liberale non l'ha fatta, e fatico a rispondere agli amici, suoi elettori, al momento potenzialmente ex, che gli rimproverano di essersi rivelato un monopolista preoccupato soprattutto dei suoi interessi. Vorrei poterlo difendere, se fatico è perché la sostanza delle accuse è vera. Ma questo mi conduce ancora una volta a rispondere al Maestro Pansa. Non serve cacciare uno che non sai come sostituire, non serve invocare un governo tecnocratico, se questo è e resta il Paese degli sprechi, delle corporazioni, del pezzo di carta, delle servitù, degli enti locali egoisti, dei travet malpagati che in cambio pretendono di lavorare poco e andare in pensione presto, delle donne sottovalutate e neglette che sono contente di essere tratate come esseri umani di serie B. Se questo resta il Paese delle tasse inique, tanto alte e irragionevoli, tanto pensate per spremere e non per aiutare chi metta denaro in circolazione, che evaderle, ecco sto per scriverlo, è giusto. Abbiamo scritto fino alla nausea quel che basterebbe per una, cento manovre: tutti in pensione a 67 anni, o anche più tardi, subito; un mercato del lavoro totalmente liberalizzato; scioglimento degli ordini professionali e abolizione del valore legale del titolo di studio; vendita dello sterminato patrimonio pubblico inutilizzato, ceduto agli enti territoriali per destinare risorse ai servizi per i cittadini; una o al massimo due aliquote fiscali, e totale deducibilità delle spese. Tutto il resto, contributi di solidarietà, Iva e quant'altro, è fuffa, eppure è quel che si farà, perché questo è un Paese di merda, chi l'ha detto? di Maria Giovanna Maglie

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