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Volpe Italo piange in video: perde la testa tra fango e Ape

Il numero due di Fli mette su Facebook un filmato in stile qaedista in cui accusa Began e il sistema di "calunnie"

Andrea Tempestini
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«Non odio Silvio. Anzi, lo stimo e sono come lui». E meno male che i politici dicono solo bugie. La frase di cui sopra, pronunciata da Italo Bocchino e consegnata alla storia da Sabina Began, gronda verità da ogni lettera. E consegna, al termine di un'estate la cui avarizia quanto a gossip è testimoniata dal numero di copertine sui rotocalchi patinati ottenute dal numero due di Fli, uno dei paradossi più strepitosi nella storia della seconda repubblica. Ancorché della vicenda si sappia parecchio, giova ricostruirla brevemente. Il braccio destro di Gianfranco Fini e l'attrice intima conoscente di Silvio Berlusconi si incontrano al ristorante e si trovano simpatici. Vanno al mare insieme (usando l'auto blu di lui, con tanto di scorta), si frequentano e diventano amici. Italo, pare, prende il tutto con slancio eccessivo, tanto da risultare un tantino soffocante per Sabina. Che, intuita la malaparata, decide di raffreddare la cosa. E qui iniziano i guai. Perché l'operazione risulta essere non del tutto indolore, ed i suoi strascichi finiscono in prima pagina. Con la Began che rivela gli sms di Bocchino («All'improvviso mi aggredisci senza ragione. Io mi sono aperto con te, sto bene con te e mi piaci. Ma sono sensibile e quando mi tratti male soffro»; «Mi vuoi perché te lo chiedo io o perché mi desideri?», «Sono entrato in casa e con tristezza penso di aver rovinato un'amicizia per cose superficiali») e Bocchino che si trincera dietro lividi comunicati stampa concernenti «la signorina Beganovic (così Sabina all'anagrafe, ndr)». Fino a ieri. Quando, sulla pagina Facebook del vicepresidente di Futuro e libertà, compare un nuovo video. Trattasi di un videomessaggio un po' in stile Bin Laden dove il Bocchino medesimo si scaglia contro «la macchina del fango» di cui sostiene di essere vittima ad opera di una persona (la Began) «che avrei fatto meglio a non frequentare» e per colpa delle proprie denunce sul caso Lavitola. Spazio anche per il toccante retroscena: «Quello che mi ha fatto più piacere è stata una telefonata ricevuta da Alfonso Signorini, il suo sdegno al telefono per questa operazione montata ad arte mi ha fatto capire che anche nell'ambiente berlusconiano si sa distinguere tra cronaca rosa, cattiverie e il modo insano di colpire l'avversario politico». Si obietterà che lamentarsi della macchina del fango dopo avere cavalcato per mesi gli scandali montati sulla vita privata del Cav non è il massimo, ma tant'è. Ricapitolando: Bocchino - politico la cui ragione sociale in teoria dovrebbe stare nella diversità da Berlusconi - nell'ultimo periodo ha messo insieme le seguenti performance: frequentazione con protagonista di prima fascia delle feste di Berlusconi; dimostrazione dei sintomi di sindrome da complotto mediatico-giudiziario; produzione e diffusione di videomessaggi; districamento tra gli alti e i bassi nel rapporto con Gianfranco Fini; scambio di vedute sulla situazione politica con Alfonso Signorini. Alla lista si aggiunge, da ultimo, l'intenzione manifestata dalla Began di denunciare l'ormai ex amico per stalking. Cioè per un reato introdotto nell'ordinamento italiano dal ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. E  le vite di Silvio e di Italo diventano ancora più parallele. di Marco Gorra

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