
Perla della follia dei No-Tav Nascondevano la catapulta

La scoperta nei boschi di Chiomonte. Per la polizia "vogliono colpire cose e persone". Ha ragione Maroni: pazzi che vogliono uccidere
Roberto Maroni l'ha detto, forte e chiaro: "I No-Tav vogliono il morto". E una parziale conferma alle parole del ministro è arrivata dalla sconcertante scoperta avvenuta nel fitto bosco di Chiomonte, epicentro degli scontri che vedono impagnati i pasdaran contrari al cantiere dell'alta velocità che coagulano sinistra estrema e centri sociali. Nascosta tra gli alberi, è stata trovata niente meno che una catapulta. I No-Tav avevano pensato di utilizzarla negli scontri con gli agenti. Reminiscenze elleniche - L'attrezzo, artigianale, è stato costruito con pali di legno e inserti metallici. Il peso della catapulta è di circa due quintali, l'altezza è di quasi tre metri ed è altrettanto larga. Lo strumento sfruttato negli assedi sin dai tempi dell'antica Grecia è stato trovato nei pressi della recinzione del cantiere del tunnel geognostico della Tav, che nei mesi scorsi, più volte, è stato oggetto di durissime contestazioni. "Volevano colpire persone" - Secondo le forze dell'ordine che l'hanno rinvenuta e sequestrata, la catapulta sarebbe servita per colpire con pietre i carabinieri e gli altri addetti alla sicurezza del cantiere in Val di Susa. E' stata aperta un'inchiesta a carico di ignoti dalla Procura di Torino, secondo la quale l'arma "sarebbe stata certamente capace di produrre ingenti danni a cose e persone, quali operai e appartenenti alle forze dell'ordine, che sono presenti nel cantiere al solo scopo di prestare la propria opera lavorativa nel rispetto delle reciproche funzioni".
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