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Leggi il memoriale del premier "La mia fu solo compassione"

Ecco le cinque pagine consegnate a Procura di Napoli: non sono servite a Berlusconi a evitare l'interrogatorio. La versione del Cav

Andrea Tempestini
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Dalle procura arriva anche la memoria difensiva inviata da Silvio Berlusconi al pool di Napoli: le cinque pagine, però, non gli sono servite a evitargli l'interrogatorio come parte lesa, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Nel testo il premier spiega la natura dei suoi rapporti con Gianpaolo tarantini e Valter Lavitola, tornando a ribadire - dopo averlo spiegato a Panorama che lo scorso 24 agosto tolse il velo dall'inchiesta - che è stato mosso unicamente dalla compassione nei confronti di una famiglia in difficoltà. "Tarantini mi fu persentato come un imprenditore di successo", spiega il Cavaliere, mentra Lavitola "lo conoscevo perché giornalista". Leggi il memoriale difensivo di Silvio Berlusconi Prestiti e incontri - Secondo quanto riferisce Berlusconi, il denaro versato ai coniugi Tarantini "che versavano in una situazione difficilissima" era, in buona sostanza, un sostegno familiare. Le somme oscillavano tra i 5mila e i 10mila euro, che venivano ripartiti tra marito e moglie e che venivno consegnati tramite pagamenti effettuati con una certa scadenza. Gli incontri con Tarantini, prosegue il Cavaliere, sono avvenuti sempre a Roma così come gli incontri con Lavitola: "Mi sembra si sia recato ad Arcore" soltanto una volta. Il presidente del Consiglio spiega di avere "a Roma una cassaforte dove tengo sempre disponsibile una somma in contanti per le mie spese personali e per le necessità che alimento io stesso portando il denaro ad Arcore. Somme - sottolinea - tratte dai miei conti correnti personali e documentabili in ogni momenti". 500mila euro - Quindi nel memoriale si parla del mezzo milione di euro che il premier avrebbe fatto recapitare a Tarantini tramite Lavitola - che ne trattenne una grossa tranche -: il premier si riferisce a un finanziamento non meglio precisato, spiegando di averlo suddiviso in diversi pagamenti. Quando poi Ghedini gli riferisce che Tarantini aveva dett o all'avvocato Perroni "di non aver ricevuto ancora alcun finanziamento", racconta di aver convocato Lavitola insieme ai Tarantini. E fu allora che l'ex direttore dell'Avanti "garantì a me e a Tarantini che la somma era effettivamente a disposizione di Tarantini in una banca uruguaiana".

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