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E queste 100mila intercettazioni chi le paga? Ovviamente noi

L'ossessione della Procura di Bari sta tutta nelle cifre. In media un'ora di ascolto costa più di 12 euro. Le toghe non badano a spese

Andrea Tempestini
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Un'ossessione, quella delle Procure. Nell'inchiesta di Bari che ruota attorno a Gianpiero Tarantini si è appreso che il pool si è prodigato ad effettuare la cifra monstre di 100mila intercettazioni. Un diluvio di telefonate. Una quantità di lavoro inimmaginabile. Una montagna di fogli per le trascrizioni la cui altezza è difficile da ipotizzare. L'obiettivo che muove l'azione di molte procure da quasi un ventennio è sempre arrivare a colpire il bersaglio grosso, il premier, Silvio Berlusconi, accerchiato dalle toghe e costretto a combattere una vera e propria guerra con le toghe. Che non badano a spese (sì, soprattuto spese) pur di riuscire a incastrarlo: un tentativo fino ad oggi vano. Aperture di credito - Il problema è proprio questo: ma chi le paga, queste 100mila intercettazioni? La risposta è semplice: noi, i contribuenti, lo Stato. Fare una stima in euro sullo spreco della Procura di Bari è un'operazione difficile: non si conosce il numero di utenze intercettate e per quanto tempo le stesse utenze siano state ascoltate. Ma alcuni dati possono permettere di farsi un'idea sulla spesa sostenuta. Il ministero della Giustizia, tanto per cominciare, aveva fatto sapere che nel 2010 la sola Procura di Milano con tre distinte aperture di credito aveva ottenuto 16,5 milioni di euro destinati solo ed esclusivamente alle intercettazioni. Quella di Palermo, da par suo, aveva ottenuti 28,5 milioni e quella di Napoli 300 milioni. Già, perché la trafila è lunga. Per 'spiare' - spesso in maniera impropria - è necessario appaltare a società esterne l'operazione, poi si deve pagare chi ascolta, quindi chi le trascrive e via dicendo. L'ex Guardasigilli, Angelino Alfano, aveva sottolineato come fino a qualche anno fa del miliardo di costi dell'amministrazione giudiziaria il 37% era rappresentato proprio dalle intercettazioni. Il caso Ruby - Le stime, inoltre, indicano che il costo di un'ora di intercettazione è di 12 euro e 30 centesimi. Per avere altri raffronti si può prendere in considerazione il caso Ruby, che tanto per cambiare ha come bersaglio il Cavaliere, Silvio Berlusconi. Il numero totale delle intercettazioni si poteva ricavare dalle pagine di allegati depositati dal pool meneghino alla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Parlamento. Il calcolo per alcune utenze era stato effettuato dal settimanale Panorama: quasi 27mila intercettazioni per Lele Mora, 14.500 per Nicole Minetti, un migliaio per Emilio Fede, 6.400 per Ruby Rubacuori. L'indagine, insomma - e la polemica aveva già fatto infuriare molti contribuenti - era costata un patrimonio. Eppure, la somma di tutte le intercettazioni citate è ben lontana dalla nuova incredibile quota raggiunta: 100mila. Ribadiamo: ma chi le paga queste 100mila intercettazioni?

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