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E contro Sergio stavolta vince il sindacato: bidonato l'ad

Marchionne va negli Usa per l'incontro con il leader della Uaw, ma lui non si presenta. Niente accordo sui dipendenti Chrysler

Costanza Signorelli
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Sergio Marchionne non è certo il tipo di uomo che si fa bidonare né tantomeno scavalcare: per contare i duelli vinti con i nostri sindacati non bastano le dita di entrambe le mani. Ma a questo giro il manager di Detroit ha dovuto incassare un due di picche da Bob King, leader del più potente sindacato dei metalmeccanici statunitensi, la Uaw (United american workers). Come da accordi, i due si sarebbero dovuti incontrare per raggiungere un'intesa circa il contratto dei lavoratori della Chrysler che è attualmente scaduto. L'intesa era prevista entro la mezzanotte del 14 febbraio (le sei in Italia), ma Bob King, leader di Uaw e finora privilegiato interlocutore del manager italocanadese, non si è presentato. Subito è partita una lettera infuocata dell'ad Fiat: "Non ti sei presentato. Eppure eravamo in parola. Non lo dico per me, ma penso ai 26mila dipendenti che per questo domani lavoreranno senza contratto". Verso l'accordo - Ma al di là dello smacco, per il quale è partito in tempo zero un rimprovero scritto a King, Sergio non si fa certo intimidire dal bidone e tira dritto per la sua strada che ha ben altri obbiettivi: "Penso ai nostri 26mila dipendenti che domani lavoreranno senza un nuovo contratto e senza neanche un'intesa tra Chrysler e Uaw che preveda l'estensione del vecchio accordo. Non c'e un'intesa nemmeno sull'eventuale ricorso all'arbitrato". Così Marchionne si dice disponibile a estendere il vecchio contratto di una settimana, per permettere così la chiusura di tutte le questioni ancora aperte, a partire da quella economica. La lettera - Nella lettera indirizzata a King, Marchionne sottolinea: "Ci siamo incontrati l'ultimo weekend e ci eravamo messi d'accordo sul fatto che avremmo firmato". Questo il motivo per cui il manager si è precipitato a Detroit dal Motor show di Francoforte. "Per chiudere è necessaria la tua e la mia presenza, ma tu non ti sei presentato - ha ribadito -. So che noi siamo la più piccola delle tre case automobilistiche a Detroit (Ford, General Motors e Chrysler, ndr) - ha concluso Marchionne -, ma non per questo siamo la meno rilevante. I nostri lavoratori non sono meno importanti".

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