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Silurati Addio, Serena. Ma lei: "Andrò in onda" Santoro già ammicca. Vendola vede "la mafia"

La Dandini dopo il ko nel Cda ella Rai rilancia: "Faremo la trasmissione anche in piazza". Michele la chiama. Vendola spara contro la destra

Andrea Tempestini
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Serena Dandini silurata dalla Rai, ma non molla. Prima spiega: "Volevo prendermi un anno sabbatico". Quindi aggiunge: "Ma per tigna non lo farò e andrò in onda. Dove non lo so. So solo che lo facciamo - spiega - perché dopo quattro mesi che lavioriamo dobbiamo sfogare". Così la conduttrice di Parla con me in conferenza stampa assieme a Domenico Procacci, numero uno della casa di produzione Fandango, e Andrea Salerno, direttore editoriale della casa di produzione, all'indomani della bocciatura del suo programma da parte del Cda della Rai. La rottura si è consumata sul contratto. Quindi la Dandini ha preso a scimmiottare Santoro: "Al massimo lo faremo in piazza (il programma, ndr). Può essere La7, può essere Sky, può essere il cinema. Dateci il tempo...". E a conclusione precisa di uscire dalla Rai "senza neanche un paio di calze. Anzi - dice la Dandini - sono io che lascio in eredità alla Rai il mio Ldb (little blak dress), il mio baule di vestiti". Quindi la paladina Serena si toglie anche una soddisfazione. Una freddura d'antologia (sic!): "Abbiamo fondato il Manuela Arcuri Fan Club". Il riferimento è alla ricostruzione della procura di Bari, secondo la quale l'attrice avrebbe 'rifiutato' Silvio Berlusconi. L'Arcuri è diventata la nuova stella nel firmamento della sinistra, tanto che Libero l'ha incoronata nuova leader del Parito Democratico. Il sostegno dei compagni - Nella conferenza stampa della Dandini non mancavano diversi personaggi pronti a manifestarle tutto il loro affetto, tutta la loro solidarietà. Attorno a Serena coagulavano Michele Santoro, Giovanni Floris e il pasionario Nichi Vendola. Il teletribuno ha spiegato: "Sono qua, sono un amico. Se serve, se c'è bisogno, siamo pronti a dare una mano, c'è solidarietà assoluta. Anche per aiutarli a fare il trasloco", queste le parole di conforto dell'ex presentatore di Annozero, che lascia intendere di voler accogliere a braccia aperte sulla sua nuova barca multipiattaforma anche Serena. "Se non ci sono ragioni aziendali credibili per chiudere - chiosa Santoro-, perchè l'hanno chiusa?", ha poi aggiunto prima di lasciare i giornalisti con uno dei suoi cavalli di battaglia: "Una sola cosa, grave: quando non si riesce a usare la parola censura, vuol dire che anche la parola censura è censurata". Vendola: "Atti mafiosi e autoritari" - Altri commenti apocalittici arrivano invece dal conduttore di Ballarò: "Un'altra perdita grave per Raitre. C'è la sensazione che si smonti a pezzi una rete del servizio pubblico, tra l'altro in condizioni in cui il mercato concorrente si è fatto molto aggressivo". Ma la ciliegina sulla torta la mette il governatore della Puglia, Nichi Vendola, che ha ben chiaro chi sia il nemico: "Atti spudorati di una destra che ha paura della realtà e del Paese che cerca di sostituire al buon giornalismo i caroselli pubblicitari dell'informazione servile. La cacciata dalla Rai di Serena Dandini, Vergassola e dei loro autori è un'altra perla nell'Italia del bavaglio e della censura". Ma il nostro Nichi non si ferma qui: "Siamo al funerale del servizio pubblico. Siamo all'esibizione di uno stile mafioso e autoritario contro cui occorre una grande mobilitazione, per questo il primo ottobre a Piazza Navona Sel mette a disposizione il proprio palco per raccogliere le voci di chi non intende piegare il capo".

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