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Saviano e la delusione rifiuti Archiviata l'inchiesta di Gomorra

In soffitta l'indagine sulle scorie tossiche nel Casertano: 85 indagati ma nessun colpevole, prescrizione e non luogo a procedere

Carlotta Addante
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Povero Saviano. Dopo tutte le polemiche che hanno seguito la pubblicazione del best seller che l'ha reso famoso questa proprio non ci voleva. La famosa operazione "Cassiopea", che vedeva indagati 95 tra imprenditori, autotrasportatori e proprietari di terreni che riempivano le campagne intorno a Caserta di riufiuti tossici e che ispirò lo scrittore di Gomorra, si è trasformata in un nulla di fatto.  Tra errori e prescrizioni, infatti, l'inchista che ha preso il via nel 2003 ed è stata coordinata dal pm Donato Ceglie, rimane oggi senza colpevoli. La sentenza è stata emessa ieri dal gup di Santa Maria Capua Vetere, Giovanni Caparco: molti dei reati contestati sono caduti in prescrizione mentre per quelli più gravi, il disastro ambientale e l'avvelenamento di acque, non ci sono prove, e per questo la sentenza è di non luogo a procedere per tutti gli imputati.   L'operazione "Cassiopea", definita la "più grossa inchiesta mai fatta in Italia nel campo della gestione illecita dei rifiuti", aveva scoperto un giro d'affari che coinvolgeva alcune industrie del nord Italia (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Toscana, le regioni incriminate). Per pagare meno gli industriali inviavano rifiuti altamente tossici in Campania dove venivano seppelliti, e dagli accertamenti, sembra che questi raggiungessero il milione di tonnellate.

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