Cerca
Logo
Cerca
+

Dal San Paolo a San Gennaro Trionfo populista di Giggino

De Magistris passa con disinvoltura dallo stadio alla festa patronale. Un'occasione per attaccare il governo

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Il masaniello Luigi De Magistris segue il copione. La forza del populismo spinge Gigi 'lo spazzino' sempre più in là. L'intreccio su cui si sviluppa la trama negli ultimi giorni è quello tra calcio e religione. Dopo averlo visto sulle tribune dello stadio del Manchester City per il match di Champions League (un viaggio la cui opportunità ha fatto discutere), dopo l'avvistamento domenica sera a fianco di Aurelio De Laurentiis (suo fiero oppositore in campagna elettorale) in occasione della partita contro il Milan, con assoluta disinvoltura Gigi passa dalla curva alla chiesa. L'occasione è propizia. Il miracolo di San Gennaro. Che anche quest'anno si è ripetuto. L'annuncio è arrivato dall'arcivescovo di Napoli, il cardinale Crescenzio Sepe, che ha spiegato come il sangue fosse già sciolto quando ha prelevato la teca dalla cassaforte. Un lungo applausa ha salutato il miracolo. Nella platea non poteva mancare un concitato De Magistris. "La festa non si cancella" - Ma l'intreccio si complica. Dal mix tra calcio e religione si passa facilmente alla politica. Già, perché il miracolo di quest'anno assume un valore peculiare. Il governo, infatti, nella manovra ha inserito la soppressione delle feste patronali. E De Magistris erige le consuete barricate, non perdendo occasione per scagliarsi contro l'operato dell'esecutivo: "Qualcuno ha pensato di calcellare la festa di San Gennaro pensando che un governo in scadenza possa cambiare anche le festività religiose - ha tuonato -. Invece Napoli è tutta qui, al di là del credo politico e delle convinzioni religiose". Trionfo populista - Gigi difende a spada tratta gli elementi dell'identità partenopea, che siano il pallone che rotola al San Paolo o la teca del miracolo. "Il giorno di San Gennaro - ha proseguito il sindaco di Napoli - è un giorno che fa parte della storia di questa città. è una tradizione popolare, identitaria e religiosa che unisce". Il miracolo, insomma, "fa bene alla città" anche se "Napoli non ha bisogno della religione e dei miracoli per andare avanti, ma del lavoro duro delle persone". Poi ancora su Napoli, una città "in cui c'è una comunita cattolica, ma anche laica, ebraica, musulmana". Infine, per non farsi mancare niente, in un tripudio populista, il 'santo' bacio di De Magistris alla teca.

Dai blog